Maltempo

Frane e crolli dopo la tempesta, municipi in rivolta: “La protezione civile? Ci pensiamo noi”

A Trasta cede il muro di Villa Sanguineti, a Sestri Ponente sprofonda una strada. La replica di Gambino: "Il sistema lo ha deciso Crivello"

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Genova. “Non è questione di soldi. Noi chiediamo di poter gestire la protezione civile perché siamo il primo anello della catena, quelli più radicati al territorio”. A condurre la crociata contro il sindaco Marco Bucci e il consigliere Sergio Gambino è Federico Romeo, il presidente della Valpolcevera. Anche stavolta il nubifragio ha lasciato le sue impronte. Prima l’allagamento in via Carnia a Rivarolo, l’episodio che ha scatenato la polemica. Poi una frana a Trasta, che a vederla fa impressione, anche se per fortuna non mette a rischio nessuno. A Sestri Ponente, invece, 24 persone sono rimaste isolate per ore perché una strada è venuta giù del tutto.

L’ennesima notte di maltempo, col suo carico di danni al suolo, riaccende le polemiche tra gli amministratori delle ex circoscrizioni e palazzo Tursi. Cinque municipi su nove, quelli guidati dal centrosinistra, hanno preso carta e penna per dire che d’ora in poi la gestione operativa delle allerte meteo deve passare in mano loro. “La sesta città d’Italia che non impegna mezzi e uomini adeguati sui territori è in profonda difficoltà. La narrazione di una Genova Meravigliosa si scontra con la mancanza di un assessorato alla protezione civile e di risorse per i municipi”, scrivono in una nota congiunta Ferrante (Bassa Valbisagno), D’Avolio (Media Valbisagno), Romeo (Valpolcevera), Bianchi (Medio Ponente) e Chiarotti (Ponente). Ai quali si unisce Gianni Crivello, ex assessore alla protezione civile ed ex candidato sindaco contro Bucci.

Tre quarti d’ora di pioggia intensa, i versanti già saturi vomitano acqua e fango, la rete fognaria non drena più. A Rivarolo si allaga un tratto di via Carnia, il presidente Romeo a notte fonda va in diretta Facebook e sbotta: “Abbiamo chiamato il Comune ma non arriva nessuno, noi non abbiamo né uomini né mezzi per intervenire: ditemi se non devo essere incazzato”. A distanza il consigliere Gambino, con delega alla protezione civile, replica: “Polemica inutile e strumentale, dopo quaranta minuti eravamo già lì. E parliamo di un parcheggio su una strada secondaria. Romeo ha bisogno di riposarsi”.

In realtà, sostiene Romeo, risolvere il problema è stato tutt’altro che semplice. “In effetti, quaranta minuti dopo la mia segnalazione è arrivata un’idrovora. Ma era assolutamente insufficiente. Per fortuna un volontario della protezione civile che abita a Trasta ha chiamato altre persone e ha fatto arrivare un bobcat da Sestri Ponente”.

Complicazioni che secondo Romeo si potevano evitare con una gestione decentrata. “Siamo costretti a contattare il Coc attraverso il numero verde. È assolutamente fuori luogo. Noi abbiamo bisogno di persone che possano attivarsi immediatamente, che non partano dal centro, ma direttamente dal municipio. Dobbiamo sapere quanti uomini ci sono tra Amiu, Aster e polizia locale, e tutti devono essere pronti e ben attrezzati per intervenire”. Stesso discorso per l’eterno allagamento sotto il voltino ferroviario di San Quirico: “Avremmo potuto avere la strada aperta già al mattino, invece ci siamo sorbiti le solite code in vallata”.

“Quello che dice Romeo non è logico – replica Gambino – perché i volontari assegnati a ciascun municipio potrebbero non bastare”. Su via Carnia, ad esempio, erano presenti in contemporanea 4 squadre su 8 attive sul territorio comunale di Genova, per un totale di circa 30 volontari in turno nella notte. “Il coordinamento centrale – specifica il consigliere – è necessario perché le segnalazioni potrebbero arrivare a enti diversi. La protezione civile, poi, effettua anche i monitoraggi e i municipi non hanno a disposizione gli strumenti per occuparsene perché non hanno personale attivo 24 ore su 24, a differenza del Coc. Ma questo in realtà lo aveva stabilito Crivello. E tutto sommato è un sistema efficace, era giusto accentrare: perché ora non va più bene? E se il presidente sta male, chi si occupa di allertare i volontari?”.

Lo stesso Gambino, però, è finito nel mirino. Il consigliere di Fratelli d’Italia è stato accusato di “mancanza di rispetto istituzionale” per aver risposto a Romeo che in passato la protezione civile era “il giocattolo dei presidenti“. A differenza di Crivello non è assessore, e quindi non è stipendiato. I cinque presidenti firmatari del comunicato ricordano che “è incaricato dal sindaco a occuparsi esclusivamente di volontariato, non è legittimato ad assumere il ruolo che si è ritagliato, oltre a decisioni e posizioni che non gli competono”.

“Per amore della verità preciso che il piano di emergenza che il Comune di Genova applica in caso di allerta arancione è quello previsto dall’ultima modifica del 2015 – ha ribadito lui sui social – Noi crediamo fortemente, lavoriamo e lavoreremo al massimo delle nostre capacità al progetto di Genova Meravigliosa. Da chi tira su ad arte queste polemiche c’è lo stesso impegno? I fatti ci donano una risposta chiara”.

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Intanto restano ben evidenti le ferite aperte dalla tempesta. In via dei Molinussi a Trasta è crollato il muro di contenimento di Villa Sanguineti, il parco che ospita al suo interno la scuola primaria. Una frana annunciata, perché da tempo il municipio aveva segnalato il pericolo. Una decina di auto del concessionario Audi sono state travolte dal fango. Romeo assicura che non ci sono rischi per gli studenti e riferisce che sono state avviate le procedure amministrative per avviare l’intervento in somma urgenza.

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Altra brutta sorpresa in via Superiore Briscata, una stretta salita che costeggia il torrente Molinassi sulle alture di Sestri Ponente. Già franata lo scorso 20 ottobre, era percorribile solo a piedi. Ora invece ha ceduto del tutto divorata dal rio ingrossato per la pioggia, lasciando isolate tutte le case a monte. In mattinata il sopralluogo dei tecnici comunali insieme alla ditta che stava eseguendo i lavori e ai tecnici di Rfi. L’unico modo di bypassare l’interruzione, infatti, è creare un piccolo sbancamento sulla linea ferroviaria e costruire una rampa provvisoria. Nel frattempo un privato ha aperto un passaggio di servizio permettendo ai residenti di raggiungere le abitazioni.

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