Genova. “Avrei voluto posare la prima pietra di Erzelli e non credo ce la farò ma forse a spostare la prima zolla dove sorgerà l’edificio dell’università ci riuscirò”. Per il rettore dell’Università di Genova Paolo Comanducci, in procinto di lasciare l’incarico dopo cinque anni di mandato, il trasferimento di Ingegneria ad Erzelli, resta il “non concluso” che a malincuore lascerà al suo successore. Lo ha spiegato a Genova24 a margine dell’inaugurazione dell’università della terza età a Palazzo ducale.
Comanducci glissa a chi gli chiede se davvero potrebbe prendere in considerazione una candidatura con il centro sinistra alle prossime elezioni regionali, ma risponde invece con una certa soddisfazione alle domande che riguardano il bilancio di fine mandato: “Abbiamo operato da una parte sulla riduzione dei costi e il bilancio va molto bene da questo punto di vista – spiega – poi abbiamo lavorato sul sistema di incentivi, sulla ricerca ma anche sulla didattica che ha portato a un rinnovamento del corpo docente che adesso è piu giovane. Abbiamo fatto arrivare dall’estero alcuni cervelli già in fuga e in generale la soddisfazione arriva dal fatto che abbiamo invertito una tendenza ormai decennale e gli iscritti sono tornati ad aumentare, direi che oggi le immatricolazioni sono il 10% in più rispetto a quando ho preso in mano l’ateneo e di questo sono soddisfatto”.
Anche l’università della terza età va molto bene come dimostra la folla accorda nel salone maggiore di Palazzo Ducale: “C’è una cittadinanza attiva di persone curiose – racconta il rettore – l’eta media è di 69 anni e il più vecchio ne ha 95. Sono tutte persone determinate a imparare anche cimentandosi in settori diversi rispetto a quelli che avevano coltivano un tempo. Le iscrizioni hanno avuto un boom, siamo a oltre 1600 iscritti, il doppio rispetto a due anni fa. Quindi il passaparola ha portato a far iscrivere tante persone nuove”