La spiegazione

Chiusura A26, la procura: “Mancanza di cemento e parti corrose sulle corsie a sbalzo del Fado e del Pecetti”

"Non è stato disposto un sequestro, abbiamo convocato il concessionario che ha preso una decisione razionale"

Genova. “Entrambi i viadotti della A26 che hanno portato alla chiusura di ieri sera, il Fado Nord e il Pecetti Sud, presentano gravi ammaloramenti sulle corsie a sbalzo, quelle che non poggiano direttamente sui piloni (quella di sorpasso nel caso del Fado, quella di normale scorrimento sul Pecetti), un grado di ammaloramento che riguarda la mancanza di cemento e le parti ferrose corrose”.

Lo ha spiegato il procuratore di Genova Francesco Cozzi in merito alla chiusura e poi parziale riapertura del tratto autostradale della autostrada A26 tra Prà e Masone. In pratica “abbiamo preso atto delle risultanze delle attività dei consulenti tecnici che hanno rilevato un grado di ammaloramento a settembre superiore a quello individuato da Spea”, in pratica la discrepanza sarebbe tra un punteggio di 40-41 stabilito da Spea e un punteggio di 70 stabilito a settembre dai consulenti della procura.

Il procuratore precisa che “non è stato disposto alcun sequestro ma abbiamo convocato il concessionario che ha preso una decisione razionale, senza bisogno di provvedimenti a effetto”. Per il Fado e il Pecetti “Aspi aveva disposto un intervento a dicembre ma rischiava di essere troppo tardi perché c’era un pericolo di rovina”, va a dire un potenziale rischio di crollo al passaggio dei mezzi pesanti. Ora Aspi provvederà agli interventi e le risultanze “saranno portate alla nostra attenzione”.

Visto che il rischio era su due corsie delle quattro Aspi dopo le prime valutazioni ha garantito che le corsie che poggiano direttamente sui piloni sono sicure”, da cui la parziale riapertura per evitare il blocco totale.

Il procuratore ha voloto anche precisare che “non è stato disposto alcun sequestro ma abbiamo convocato il concessionario che ha preso una decisione razionale, senza bisogno di provvedimenti ad effetto”. Per il Fado e il Pecetti “Aspi aveva disposto un intervento a dicembre ma rischiava di essere troppo tardi perché c’era un pericolo di rovina”, va a dire un potenziale rischio di crollo al passaggio dei mezzi pesanti. Ora Aspi provvederà agli interventi e le risultanze “saranno portate alla nostra attenzione”.

Qualcosa è cambiato per il procuratore Cozzi dopo gli arresti di ottobre: “Aspi ha incaricato aziende esterne per supervisionare i controlli e programmato diversi interventi e in questo segue anche le indicazioni del ministero. Non è nostro compito intervenire in scelte che non ci competono ma se veniamo a conoscenza di situazioni che mettono a rischio la sicurezza pubblica non possiamo girarci dall’altra parte”. Un esempio di interventi in corso sono i quattro viadotti (il Coppetta e il Busalla sulla A7, il Bormida e il Ponticello Archi vicino ad Arenzano) che hanno ricevuto recentemente un ponteggio di 70 e per questo sono interessati da riduzioni di corsia in attesa degli interventi.

A parte la questione del viadotto Sori sulla A12 che a settembre aveva ricevuto da parte di Spea un punteggio pari 40-41 e che aveva portato a un’ispezione da parte dei consulenti della procura insieme alla guardia di finanza: a giorni arriverà la relazione dei consulenti della procura. Non è affatto in buone condizioni trapela da fonti investigative ma è presto per dire se verranno disposte riduzione di transito. Sempre sulla A12 c’è un livello alto di attenzione (e interventi programmati) anche su Veilino e Bisagno.

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