Il dado è tratto

Carige, accordo raggiunto tra banca e sindacati: esuberi ridotti e integrativo blindato al 2023

Inoltre nell'ambito delle chiusure degli sportelli previste da qui a giugno non resteranno regioni scoperte

Banca Carige

Genova. E’ stato alla fine raggiunto e siglato l’accordo tra i sindacati e Carige sul piano di riorganizzazione della banca e sugli esuberi. Come anticipato nei giorni scorsi da Genova24, il numero di uscite volontarie, tra pensionamenti e prepensionamenti, è passato a 680 rispetto agli 800 inizialmente previsti.

1.200 le uscite annunciate a febbraio considerando anche i 400 già contenuti in precedenti accordi sindacali. Dimezzate le giornate di solidarietà previste, inoltre il gruppo non abbandonerà nessuna regione nell’ambito delle chiusure di sportelli (45 a breve e 50 entro giugno 2020).

L’accordo raggiunto prevede che contestualmente alle uscite saranno fatte 210 assunzioni. Si creerà poi un fondo di solidarietà ad hoc per consentire lo sfruttamento di ‘Quota 100’ a chi abbia i requisiti.

Dopo tre giorni di contrattazioni ad oltranza – questa notte il tavolo si è fermato verso l’una di notte per ripartire alle 8 questa mattina – è stata raggiunta una intesa anche per blindare al 2023 il contratto integrativo aziendale che sarebbe scaduto a dicembre 2020, in modo da portarlo oltre l’ingresso di Ccb.

“Importantissimo l’ottenimento della proroga del contratto integrativo, che avrà valenza fino a tutto il 2023 e che comprende il recupero di alcuni importanti istituti come la contribuzione previdenziale, specialmente per gli assunti con il salario di inserimento, e la mobilità territoriale. Crediamo che i sacrifici pagati da tutte le colleghe e tutti i colleghi in questi lunghi anni abbiano consentito all’azienda di andare avanti e debbano essere finalmente ripagati con un vero rilancio industriale”, si legge in una nota della Fisac Cgil, segreteria di coordinamento Carige e segreteria nazionale.

“È un primo passo significativo per il rilancio del gruppo Carige, adesso bisogna auspicare che l’aumento di capitale vada in porto senza alcun intoppo e che si apra immediatamente la fase due, con il coinvolgimento della Cassa centrale di Trento che, nel corso del 2020, dovrebbe salire nell’azionariato ed entrare anche nel merito della governance. Appena possibile, siamo pronti a sederci al tavolo con i vertici di Ccb, intanto l’accordo sul piano industriale raggiunto con i commissari straordinari fissa dei paletti fondamentali a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori” ha commentato il segretario nazionale della Fabi, Mauro Scarin.

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