Genova. Sarà probabilmente il 44 la prossima linea Amt che si convertirà all’elettrico, dopo l’entrata in funzione a pieno regime dei nuovi bus sui percorsi collinari di Nervi. Una transizione silenziosa ma reale, grazie anche al nuovo polo elettrico della rimessa Mangini della Foce che, attualmente, ospita la prima flotta dei dieci e-bus e che, a pieno ritmo potrà caricare, attraverso un complesso sistema di ricarica notturna, 60 mezzi.
Entro il 2020 a Genova saranno complessivamente 34 i veicoli full electric. Nei prossimi mesi si concluderanno altre due gare: una consentirà di acquistare altri 10 veicoli da 8 metri che saranno assegnati alla rimessa di Cornigliano e utilizzati sulle linee collinari del Ponente, l’altra invece porterà per la prima volta a Genova mezzi elettrici di media dimensione (9,5 metri). E l’idea di Amt è di provarli sulla linea 44 che collega Borgoratti a De Ferrari con pochi tratti in salita.
In tutto ballano 13 milioni di euro di provenienza governativa, in buona parte fondi stanziati grazie al decreto Genova dopo il crollo del Morandi. Il progetto elettrico di Amt, oltre all’ampliamento della flotta, prevede di creare un secondo polo elettrico nella rimessa di Cornigliano per altri 60 bus. In pratica, nei prossimi mesi, Genova avrà infrastrutture in grado di ospitare 120 autobus elettrici. Che però arriveranno alla spicciolata, anche perché il loro costo è circa il doppio rispetto ai tradizionali mezzi termici e l’incognita più grande è legata alla durata delle batterie, ciascuna delle quali vale da sola metà del veicolo.
L’investimento realizzato alla Foce, circa 650mila euro, ha permesso di realizzare una cabina di trasformazione che, attraverso 3 chilometri lineari di linee elettriche, fornisce energia a sistemi di ricarica “smart” che gestiscono i consumi energetici sia della ricarica degli e-bus che della rimessa stessa, ottimizzando a seconda delle necessità, le potenze disponibili. “Un bus elettrico per essere ricaricato ha bisogno di 50 kW, un contatore di casa assorbe, in media, 3 kW e quindi, un bus di questi assorbe la stessa energia di una palazzina di 16 appartamenti”, spiega Beltrami.
“La creazione dell’infrastruttura elettrica – spiega Marco Beltrami, amministratore unico di Amt – è stato un progetto di ingegneria elettrica di una notevole complessità. L’autobus elettrico è un cambiamento forte, quasi epocale per il trasporto pubblico e, come Amt, in sintonia con l’amministrazione, abbiamo deciso di accettare la sfida e avviare un robusto e ambizioso progetto sull’elettrico”.
“Il futuro della mobilità, è elettrico – sottolinea Matteo Campora, assessore all’ambiente del Comune di Genova – e il nostro fine è quello di migliorare la qualità dell’aria, avere veicoli con zero emissioni di anidride carbonica e mezzi il più silenziosi possibili e il primo polo elettrico Amt è un ulteriore passo in avanti per il raggiungimento degli obiettivi del nostro piano”.
Un altro tassello della strategia elettrica d Tursi. “Il trasporto pubblico genovese nei prossimi anni – spiega Enrico Musso, coordinatore della Mobilità Urbana Sostenibile per il comune di Genova – dovrà vivere una trasformazione, sia nel senso della sostenibilità che della qualità, per essere più attrattivo per chi oggi non lo usa”.