Genova. Non si fermano le polemiche per la scelta di spostare la sede di Amiu Bonifiche presso lo stabilimento ex Bullonital di via San Felice, in Val Bisagno.
Dopo la levata di scudi del Municipio, con il presidente D’Avolio in prima fila per scongiurare questa decisione “calata dall’alto”, sono i cittadini ad organizzarsi per provare a fermare la decisione presa dall’azienda controllata da Amiu.
In questi giorni gli abitanti della zona si stanno coordinando per muoversi, organizzando quello che potrebbe diventare un comitato: “L’iniziativa della popolazione che vive e frequenta la zona è sequenziale ad una scelta che sembra essere arrivata non conoscendo via San Felice – ci spiega Eugenio Gherardi, residente e tra i principali coordinatori della protesta – una via costruita negli anni 50 quando c’erano solo contadini e ville. Oggi poco distante dallo stabilimento oggi vuoto è presente l’Istituto comprensivo di Molassana, che ospita circa 700 alunni”.
Numeri che già adesso mettono in seria difficoltà la viabilità della zona, tutte le mattine: “Non esistono spazi di manovra – sottolinea – e le previsioni fatte dall’azienda sarebbero quelle di aggiungere una cinquantina di mezzi di servizio, più l’arrivo delle auto private dei dipendenti, per circa una 80ina di viaggi all’andata, e altrettanti di ritorno”.
I problemi non sono solo legati al traffico: “Vero, non ci sarà nessun tipo di stoccaggio – precisa Gherardi – ma quei mezzi movimentano sostanze appunto da bonifica, che dovranno essere lavate, e questo è un problema per chi abita in zona”.
In questo ore i cittadini stanno organizzando un coordinamento, e martedì prossimo saranno sentiti dalla conferenza capigruppo del Consiglio comunale di Genova: “La prima cosa che chiederò sarà appunto ‘Sapete dov’è via San Felice‘ – conclude – e poi saremo pronti alla mobilitazione“.
Nel frattempo sulla questione si apre un altro fronte: il Movimento 5 Stelle ha infatti depositato un esposto alla Corte dei conti firmato dai consiglieri comunali Stefano Giordano, LucaPirondini, Maria Tini, Fabio Ceraudo e Beppe Immordino, per denunciare la mancanza di trasparenza e di un percorso condiviso con lavoratori e Municipi che ha portato a questa scelta.
“Ancora una volta per l’amministrazione Bucci si profila un percorso che riguarda l’impiego di risorse pubbliche, di soldi dei cittadini – dice Stefano Giordano primo firmatario dell’esposto – dove manca totalmente l’evidenza pubblica della procedura di selezione del contraente privato. Il nostro esposto alla Corte dei Conti riguarda tuttavia il danno erariale che potrebbe profilarsi, causato a nostro giudizio dall’omissione di una ricerca di mercato approfondita e condivisa con le Commissioni comunali, con lavoratori e con i Municipi. 100.000 Euro all’anno sono una cifra importante e ancora di più lo è il 1.200.000 Euro che il Comune di Genova dovrà sborsare alla società San Michele in dieci anni di contratto. Cifra per la quale sarebbe forse valsa la pena valutare l’acquisto di un immobile che diventasse di proprietà di Amiu”.
Ma non solo: “I nostri dubbi – spiega in una nota stampa Giordano – permangono anche sulla scelta proprio di quella società proprietaria dell’immobile ex “Bullonital”, società della famiglia Marsano tra i cui soci figura anche Paolo Marsano, presidente di Confindustria Giovani il quale è stato interpellato proprio per l’occasione dall’amministratore unico di Amiu, Pietro Moltini per avere indicazioni di spazi dove ricollocare la nuova sede di Amiu Bonifiche. Una bella coincidenza. L’ennesima scelta – conclude Giordano – calata dall’alto in totale assenza di trasparenza e condivisione, come andrebbe invece richiesto ad un’amministrazione pubblica che deve impiegare soldi pubblici per ricollocare un’azienda pubblica”