Genova. “Sono riuscito a svegliarmi in tempo mentre entrava l’acqua. Mi ha chiamato mia moglie, abbiamo recuperato i documenti e siamo usciti di corsa. Non so come faremo adesso”. Massimo Fregosi non ha più la casa. Insieme alla moglie Irma abita in uno dei sei appartamenti invasi da un metro di acqua e fango al Campasso, in via della Pietra. Anche qui, come a Fegino, è stata una vera alluvione. A più di 36 ore dalla notte infernale lo scenario è drammatico: cataste di mobili ed elettrodomestici in strada, amici e volontari armati di secchi e pale, cantine inondate da svuotare.
“L’acqua saliva persino dal water e dal lavandino, era come una fontana”, racconta una donna mentre cerca di pulire il bagno completamente distrutto. Qui nessun torrente importante è esondato. Tutto il sistema fognario è andato in tilt. “Era tutto tappato, l’acqua entrava anche dalle finestre”, conferma Fregosi. “C’è una fogna che non tira, si è otturata. Nessuno viene mai a pulire qui, questo è il risultato”, lamenta Gianni, un residente che per fortuna abita ai piani alti ma ha perso tutti gli oggetti che tenevano in un magazzino.
Oggi pomeriggio è arrivata una squadra di volontari della protezione civile insieme ai militi della Croce Bianca. A bagno sono finiti i civici 7, 9 e 11. Gli appartamenti ai piani terreni sono stati tutti alluvionati, così come gli scantinati. Molte sono famiglie giovani. Come Carlos e Mariela, 27 e 30 anni, due bambini. “C’era acqua ovunque. È tutto da buttare via. Siamo rovinati”. Per ora si appoggeranno ai parenti, il futuro è un’incognita.
Nel palazzo accanto vive (o meglio viveva) Redouane con la moglie e tre bambini, tra cui una neonata. “Abbiamo perso la maggior parte dei mobili, la casa è distrutta. Tutto questo si poteva evitare”. Loro, quella notte, sono scappati al piano di sopra. “I vigili del fuoco sono venuti subito ma ci hanno detto che non si poteva fare nulla, non avrebbero saputo dove scaricare l’acqua”.
“Non è mai successo nulla di simile. Io me lo aspettavo, ma la gente non mi credeva”, sostiene Gianni. A pochi metri da qui il cantiere del nuovo ponte. Qualcuno sussurra che la situazione sia peggiorata dopo il crollo del Morandi. In mattinata sono arrivati in sopralluogo gli assessori Bordilli e Piciocchi, Scende di nuovo la sera al Campasso mentre l’odore acre del fango impregna le pareti, i vestiti e l’aria.
Nelle vicinanze si segnalano anche i gravi danni subiti nei locali della San Vincenzo della parrocchia di Sacro Cuore del Campasso dovuti alla tracimazione dello scolmatore del rio Pellegrino, una situazione critica segnalata tempo fa da consiglieri sia di maggioranza che di opposizione del municipio Centro Ovest.
“La situazione sottovalutata come documentato da una lunga serie di mail inviate e ricevute dai vari consiglieri, ha causato danni a diversi locali commerciali del Campasso – commenta Fabrizio Maranini del Pd – Questa situazione ha un risvolto positivo nello spirito di collaborazione dei cittadini che hanno già iniziato a ripulire le strade ed i tratti pedonali oltre che ad aiutare i volontari della San Vincenzo per accedere ai locali”.