Genova. Far costruire la Gronda non da Autostrade, ma da una società concessionaria ligure che gestisca tutto il nodo di Genova. Ne è convinto il presidente ligure Giovanni Toti, che nel corso di un’intervista esclusiva in diretta a IVG.it rilancia l’idea delle ‘Autostrade liguri’ come risposta alla revoca portata avanti dal governo Conte bis e si dice pronto a farsi carico del progetto “anche da domani mattina”.
Tutto passa dalla partita dell’autonomia regionale, bloccata con l’uscita di scena della Lega dal governo. La novità è che “riapriremo il dialogo col ministro Boccia che il 30 ottobre sarà in visita a Genova – annuncia Toti -. Se ci fossero problemi sul rinnovo e ci fosse la possibilità di inserirci nel sistema delle concessioni autostradali, che tra l’altro permetterebbe di avere controlli che darebbero più sicurezza ai cittadini, siamo pronti a farlo come succede già in Lombardia, Veneto o Friuli”.
Dunque fuori Autostrade per l’Italia – battaglia su cui né il M5s né il premier Conte sembrano intenzionati a cedere – e dentro una concessionaria ligure che “potrebbe intervenire su una parte dei tracciati trattando le opere necessarie al territorio”. Sul piatto, infatti, non c’è solo la Gronda, ma anche il tunnel della Fontanabuona e quello di Vado a servizio della nuova piattaforma. “Sono opere urgenti che aspettiamo da anni – ribadisce il governatore – siamo pronti a coinvolgere anche le altre concessionarie ma sotto la regia pubblica della regione”.
L’idea di Toti, insomma, è quella di una società a controllo pubblico (in questo caso la Regione) che si faccia carico almeno di quella parte che oggi è sotto l’egida dei Benetton, cioè da Savona a Sestri Levante comprese le direttrici appenniniche A7 e A26. Questo nuovo soggetto, secondo il presidente e leader di Cambiamo, potrebbe essere quello che costruirà la Gronda di ponente, attualmente appesa ai 4,3 miliardi finanziati da Autostrade per l’Italia attraverso l’aumento dei pedaggi e la proroga della concessione.
“La decisione spetterà comunque al Governo – continua Toti – ma noi chiediamo che, chiunque sia a gestire quella tratta, Genova non sia penalizzata in attesa che si sciolga un contenzioso lungo e difficoltoso. C’è un progetto esecutivo già approvato, eravamo pronti a partire a gennaio col primo lotto da 500 milioni, abbiamo già fatto espropri per 50 milioni. Non capisco cosa si stia aspettando. Che lo faccia Aspi o chiunque altro non mi interessa nulla, a me interessa che Genova oltre il danno non abbia anche la beffa”.
La domanda, ovviamente, è con quali risorse la Regione potrebbe farsi carico di un progetto così complesso. Toti non sembra preoccupato: “La gronda nel progetto attuale è pagata dal complesso dei pedaggi autostradali. Se si scorpora e si attacca una nuova concessione, noi siamo pronti a farcene carico da domani mattina, l’importante è che non pesi sui liguri e sulle tasse degli italiani. Quella gronda deve essere pagata dall’esercizio dei concessionari autostradali”.