Genova. “Top secret”. Il sindaco di Genova taglia corto, non conferma ma neppure smentisce l’ipotesi che Regione Liguria, Comune di Genova e Autorità portuale abbiano indirizzato la loro idea per lo spostamento del polo petrolchimico (e per la nascita dei depositi di Gnl per le navi) su un’area alla Foce del Polcevera. Indiscrezioni apparse sul SecoloXIX individuano due zone, con Carmagnani e Superba che da Multedo sbarcherebbero sulla sponda sinistra, negli spazi attualmente occupati da parte dei terminal Messina, mentre il deposito Gnl potrebbe trovarsi o sulla sponda destra, in area ex Ilva, oppure al di là della diga foranea.
Il sindaco Bucci non si sbottona, insomma. “Non posso dire niente perché prima bisogna avere gli ok di tutti, non posso dire ‘andiamo lì’ e poi sentirmi bloccare da Enav o altri soggetti regolatori, quello che è certo è che noi vogliamo portare i depositi costieri lontano dalle case, non è logico che stiano vicini alle case, stiamo lavorando su una locazione giusta e la locazione giusta deve essere vicina al mare e possibilimente vicina a una linea ferroviaria, perché ci devono arrivare le nave e i treni”.
Ma la questione è già in mano alla politica locale, soprattutto quella che ha precisi riferimenti territoriali, e quindi Maurizio Amorfini, consigliere comunale della Lega, e legato a Cornigliano, ha dichiarato: “Durante la commissione odierna abbiamo udito la dottoressa Giampietri di Autorità Portuale, che ha confermato che le ipotesi di ricollocazione finora discusse sono state modificate a seguito di ulteriori confronti – riferendosi alle ipotesi Pra’ e Lanterna, per esempio – in questo momento è in atto uno studio specifico per valutare diverse ipotesi e individuare le aree idonee a tali impianti. Non è stata presa, quindi, alcuna decisione e, anzi, si aprirà un percorso partecipato coinvolgendo anche l’Università di Genova”.
Il coinvolgimento dell’Università preoccupa il consigliere comunale Pd Stefano Bernini, già presidente del municipio Centro Ovest. “Quella soluzione è sbagliata, l’area ex Ilva non è adatta e non vorrei che si creassero artificialmente dei presupposti per dare l’ok”. Bernini fa notare anche che, teoricamente – ma solo teoricamente – lo scorporo del terminal Messina in diverse aree non attigue non sarebbe possibile per legge. Tuttavia già oggi diversi terminalisti operano su aree non attigue, a partire dal gruppo Spinelli.
Tra i possibili ostacoli oggettivi all’ipotesi Foce Polcevera c’è sicuramente quello di una critica convivenza tra un impianto a “rischio di incidente rilevante” con il cono aereo dell’aeroporto Cristoforo Colombo. Ma a oggi, anche le altre alternative sembrano poco percorribili (tenendo conto che nessuna istituzione ha mai contemplato la possibilità di un’opzione zero, ovvero della chiusura di impianti che occupano una cinquantina di dipendenti)
Roberto Di Francesco, del gruppo Cornigliano La Rinascita, esprime una netta contrarietà: “Si tratta di un gioco a incastri visto che due siti industriali dovranno essere posizionati in tre aree già individuate, tutte a pochi metri di distanza l’una dall’altra e situate alla foce del Polcevera, tra Sampierdarena e Cornigliano, che si troverebbe anche a dover sopportare anche il depuratore di area centrale”.
Enrico Testino, dell’associazione Progettare la città, scrive: “Genova ha scelto, un secolino fa, di sposare soprattutto la propria vocazione industriale e logistica e salutare le altre vocazioni di città sul mare dedita alla cultura, commercio e turismo. La scelta è netta e, realizzata così, rende gran parte della città invivibile per standard europei normali. L’annuncio del Polo Petrolchimico qualche centinaio di metri più in giù del futuro parco sotto il ponte, scelta magari inevitabile, ricorda che una bellissima realizzazione urbanistica in mezzo a un angosciante pezzo di città non rende il bel progetto il centro e le altre aree marginali. Rimane un pezzo angosciante di città con una perla posata in mezzo. Perla realisticamente destinata alla marginalità e alla decadenza. L’unico modo possibile per fare sì che il parco diventi una tendenza urbanistica della zona e segni il passo di una trasformazione vera dell’area sarebbe virare tutti i progetti dell’area circostante a bellezza e vivibilità, Porto escluso, per ora”.