Genova. È appeso a una perizia tecnica e altre mille incognite il destino della Marinella di Nervi. Da simbolo del lusso a simbolo del degrado, ma anche della sfortuna. E forse del fallimento, visto che l’ambizioso progetto di Igor Mendelevich, imprenditore che doveva riscattarne le sorti, sembra ormai naufragato.
Proprio un anno fa (giorno più giorno meno, era il 23 ottobre 2018) si annunciava in conferenza stampa l’avvio dei lavori per farne un hotel a 4 stelle con spa, ristorante e solarium. Apertura prevista nel 2020. Dopo soli cinque giorni arrivò la mareggiata che distrusse i sogni di gloria. Lo scorso 7 settembre, andati a vuoto numerosi allarmi, il colpo di grazia: crolla la balconata superiore. Il sindaco Bucci annuncia: “Non escludiamo di demolire tutto”.
Tra il dire e il fare, ora, c’è di mezzo il mare blu che lambisce la passeggiata Anita Garibaldi, diventato ormai un cimitero di calcinacci della Marinella che fu. Tursi ha incaricato un’agenzia esterna di redigere una perizia che accerti lo stato di degrado della struttura. L’obiettivo, più o meno dichiarato, è dimostrare che l’edificio rischia seriamente di crollare, in modo da convincere il demanio (che ne detiene la proprietà) e la Soprintendenza ad autorizzarne la demolizione.
Il 7 novembre è fissato in agenda un appuntamento tra l’assessore Simonetta Cenci, il consigliere delegato Mario Baroni e i consulenti. Chi è rimasto fuori dai giochi è proprio Igor Mendelevich, presidente del consorzio ‘La Marinella 1934’ che nel 2017 si era aggiudicato la gara per la riqualificazione. “Non mi hanno detto più nulla, aspetto ancora la fine dell’anno per sapere cosa intendono fare, dopodiché me ne tiro fuori”, si sfoga.
Tra progetti, perizie e oneri vari, l’impresa ha già speso 200mila euro. I lavori, mai partiti, varrebbero circa 2 milioni. I danni causati dal mare, ma anche dagli errori di progettazione degli anni Settanta quando si costruì il piano rialzato, ammontano a un milione.
Ancora nessuna certezza sui contributi che, con l’intercessione della Regione, sarebbero dovuti arrivare dalla protezione civile nazionale dopo la mareggiata. Complice, in questo caso, l’ennesimo paradosso della burocrazia: il bene non si potrebbe considerare privato perché la concessione sarà effettiva solo a lavori terminati.
La strada caldeggiata dal Comune, a questo punto, sarebbe buttare giù tutto per ricostruire una struttura più piccola, con un piano in meno e senza il molo per l’attracco delle barche, uno dei punti più contestati del progetto vincitore. I finanziatori, però, dovranno valutare se ci sarà ancora la convenienza economica, e non è escluso che l’impegno a riportare in vita la Marinella si trasformi in una causa per il risarcimento dei danni. Senza contare che dovrebbe ripartire la lunga trafila dei permessi. Con la data di apertura che slitterebbe almeno al 2022. “Pura fantascienza”, commenta Mendelevich.
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