Genova. L’archistar del bosco verticale e dell’expo di Milano non si fa problemi a dire la sua sulle prospettive urbanistiche genovesi e non svicola di fronte a uno dei nodi più critici del momento, per la città: il trasferimento del petrolchimico. “Non è una decisione che spetta a noi, ma non credo che sarebbe la soluzione migliore, né la più ragionevole, questa vallata ha bisogno di verde, verde e ancora verde e il futuro dell’urbanistica è quello di aumentare la sostenibilità e con essa la qualità di vita”, così Stefano Boeri, l’architetto che guida la cordata vincitrice del bando per il parco sotto il futuro ponte di Genova, parlando dell’ipotesi che qualche chilometro a sud del suo “cerchio rosso” possano essere trasferiti i depositi costieri che oggi si trovano a Multedo.
La foce del Polcevera è, infatti, una delle ipotesi su cui Autorità portuale, Regione e Comune stanno ragionando. Stefano Boeri, insieme ai colleghi Andrea Boschetti e Petra Blaisse ha presentato il progetto del “sottoponte” ai cittadini, comitati, associazioni e categorie durante il primo momento di quello che sarà un débat public che proseguirà per tutto il mese di ottobre.
Nell’auditorium dell’istituto Don Bosco di Sampierdarena oltre 300 persone, tra cui molti architetti e urbanisti genovesi, esponenti dei comitati dei quartieri vicino al tracciato del viadotto Polcevera, alcuni parenti delle vittime del Morandi e rappresentanti delle istituzioni, tra cui lo stesso sindaco Marco Bucci.
Il “cerchio rosso”, un anello ciclopedonale in acciaio lungo circa 1500 metri, che sovrasta e attraversa un parco, campi sportivi, boulevard, abitazioni, uffici e negozi di un nuovo quartiere alimentato totalmente a energie rinnovabili, è stato accolto in maniera ambivalente dalla città: nelle piazze e sui social c’è chi lo approva e chi lo boccia, specialmente sul fronte della futura gestione e delle future manutenzioni, e su quello della realizzazione su un territorio esondabile come quello del Polcevera. Boeri, origini liguri e 10 anni di vita trascorsi a Genova, non teme il mugugno: “Il mugugno è una risorsa per noi architetti – afferma – esprime dubbi, perplessità, critiche e permette ai progetti di crescere”.
Uno degli altri temi caldi affrontati è quello delle risorse necessarie – i soldi – a realizzare il progetto. Al momento grazie a sponsor come la Compagnia di San Paolo, Erg, Psa e altri ancora, sono a disposizione circa 3 milioni di euro dei 12 stimati per il primo dei lotti.
“Ci stiamo lavorando, sono convinto che arriveranno, metteremo in atto dei sistemi simili al project financing, una sorta di finanza estesa, e non escludiamo anche aiuti dallo Stato”, ha affermato il sindaco Bucci. Anche Stefano Boeri ha cercato di ridimensionare la preoccupazione: “Da architetto e urbanista il fatto che le risorse a disposizione non siano mai quelle effettivamente necessarie è qualcosa a cui siamo abituati, io credo che il progetto abbia potenzialità di attrarre investimenti, soprattutto sul fronte energetico e su quello della mobilità urbana”.
Negli spazi del Don Bosco da oggi e fino alla fine del mese sarà aperto un infopoint per permettere alla cittadinanza di consultare tutta la documentazione utile sul “Quadrante Valpolcevera”. Saranno organizzati inoltre tre incontri con i progettisti: il 16, il 21 e il 30 ottobre.