Genova. Negli anni 2000 ci sta che una passione antica, quasi fuori dal tempo, come l’arte orafa possa nascere a partire da un invito su Groupon. E’ andata così, semplificando un po’, a Shari Caviglia, giovane donna (“ma mica così giovane”, precisa) che a Genova ha deciso di lasciare un lavoro “normale” per avventurarsi nella creazione di gioielli.
Sarebbe già una storia interessante. Ma lo è di più. Perché Shari, a pochi mesi dall’apertura di una propria attività, Shari Caviglia Jewels, ha ideato una linea di gioielli che unisce il suo amore per l’oreficeria, quello per l’architettura – materia in cui si è laureata – e quello per Genova. La linea di gioielli, infatti, è del tutto ispirata ai palazzi dei Rolli.
“Anche la mia tesi di laurea era su uno dei palazzi nobiliari – racconta – il particolare palazzo Belimbau, vicino all’Università”. I pezzi più interessanti della collezione sono forse gli anelli, che riprendono le decorazioni e i rilievi delle facciate e possono essere indossati uno sull’altro fino a comporre un’ampia serie di disegni.
“Riproducono i disegni originali delle facciate, per esempio ho appena lavorato su un anello ispirato a palazzo Lercari”, dice Shari Caviglia. Che, tornando all’inizio della storia, è entrata per la prima volta in uno studio orafo approfittando di un’offerta trovata on line.
“Ho passato una giornata con Alessandro Loffredo dell’atelier Gismondi e ho iniziato a capire che quella realtà mi affascinava molto”. Dopo la laurea in architettura e una serie di esperienze in studi e uffici poco gratificanti, la giovane genovese punta la rotta su Milano dove si diploma alla Scuola orafa Ambrosiana.
Oggi porta avanti quest’arte antica ma con piglio tecnologico. I suoi gioielli, realizzati in argento 925 (per ora), nascono innanzitutto su computer, con software dedicati alla stampa in 3d, poi avviene la fusione vera e propria e infine la rifinitura, rigorosamente a mano.
Il laboratorio di Shari Caviglia si trova in via Degli Orefici 8/21 (e dove altrimenti?), ma le sue opere si possono trovare anche on line, per ora su Facebook e Instagram. Non solo anelli, ma anche bracciali, collane, orecchini come quelli ispirati agli stucchi di palazzo Ambrogio Di Negro (via San Luca, 2).
Le foto nell’articolo sono di Andrea Facco