Genova. La buona notizia è che a settembre 2019 la raccolta differenziata a Genova ha fatto segnare un 35,2% con un aumento, finalmente, rispetto alla quota del 2018 (33,4%, in calo rispetto all’anno precedente). La notizia cattiva è che il livello di differenziata nel capoluogo ligure è ancora drammaticamente distante da quel 65% fissato dalla legge regionale del 2015 in materia (nel 2018 Genova ha pagato alla Regione una multa da 488 mila euro per questo motivo). Tra le frazioni più critiche, sulla quale i cittadini non hanno ancora acquisito un’abitudine virtuosa, c’è sicuramente quella dell’organico, dell’umido, il “marrone” insomma.
Al momento la frazione organica incide per circa il 15%, con 1.200 tonnellate raccolte al mese, persino in arretramento rispetto al 18% del 2018, e con la previsione di chiusura a 14mila tonnellate complessive a fine anno. I dati sono forniti dalla stessa Amiu, la partecipata comunale che gestisce il ciclo dei rifiuti. Eppure l’organico, analizzando l’indifferenziato dei genovesi, dovrebbe pesare almeno il doppio.
Negli ultimi mesi Amiu si è concentrata soprattutto sulle utenze commerciali. Lo scorso giugno ha lanciato il progetto “L’umido che avanza”, riservato a circa 2.200 tra case di cura, mense, scuole, ristoranti, pizzerie, supermercati, fruttivendoli e negozi di fiori. L’iniziativa prevede una servizio porta a porta di raccolta dell’umido, che poi viene interamente riciclato in un impianto specializzato per essere trasformato in compost, ovvero un tipo di terriccio utile a concimare le piante. A conclusione della mappatura che è in corso, realizzata in collaborazione con le associazioni dei consumatori, saranno quasi 4mila le utenze coinvolte nel progetto.
I cassonetti marroni “spariti”. Ma i privati? In alcuni quartieri sono stati segnalati, anche dai lettori di Genova24, cassonetti spariti, ridimensionati, spostati. Amiu esclude categoricamente che, come alcuni utenti temono, gli scarsi risultati della raccolta abbiano fatto scattare un passo indietro e una riorganizzazione al ribasso. Piuttosto ci sono casistiche diverse da zona a zona. In alcune strade i cassonetti “marroni” più piccoli sono stati dall’inizio preferiti a quelli più grandi (soprattutto nei municipi ponente e medio ponente), in altre zone può essere capitato che si sia ottimizzato il sistema accorpando i cassonetti usati da alcune attività commerciali con quelli dei cittadini. In altri casi ancora i cassonetti sono semplicemente spariti ma, sempre da Amiu, spiegano che potrebbero essere stati rimossi momentaneamente perché rotti o danneggiati. A ogni modo Amiu può essere contatta per ogni tipo di segnalazione attraverso i canali social e quelli standard.
Il futuro: il “grande fratello” terrà d’occhio la nostra rumenta. In alcune zone di Genova la raccolta dell’umido non è mai arrivata. Parliamo ad esempio di San Martino, Sturla e Albaro, nel Medio Levante, ma anche San Fruttuoso, Marassi, Quezzi in Bassa Val Bisagno. Qui da gennaio 2020 Amiu avvierà un modello nuovo basato su contenitori ad accesso controllato da una card elettronica. “Si tratterà di contenitori del tutto innovativi per pulizia, efficienza e tracciabilità della raccolta”, spiegano dalla società. Sono in corso le procedure per selezionare il fornitore delle attrezzature e delle macchine adatte, visto che trattandosi di cassonetti a raccolta dall’alto necessiteranno anche di un diverso tipo di camion compattatori da quelli in uso in città. Un sistema simile a quello in programma a Genova è realizzato a Imola. Nel centro storico il sistema di accesso controllato esiste già, in alcuni ecopunti nella zona della Maddalena.
Quanti sono i cassonetti? Per quanto riguarda la raccolta dell’umido per le famiglie, il numero dei contenitori stradali marroni nei diversi Municipi è il seguente:
Centro Est, 318
Centro Ovest, 264
Bassa Valbisagno, 54
Media Valbisagno, 271
Valpolcevera, 376
Medio Ponente, 537
Ponente, 681
Medio Levante, 140
Levante, 295
Totale: 2.936

Repetita Iuvant. Che cosa deve finire nel cassonetto marrone?
Avanzi di cibo (sia crudi sia cotti), bucce, semi, torsoli e noccioli di frutta, verdura, carne, pesce, formaggi, pane, pasta, uova, fondi di caffè e bustine di the.
Gusci di frutta secca, gusci d’uovo, lische di pesce, peli e piume, conchiglie di molluschi
Carta da cucina, tovaglioli e fazzoletti di carta, fiammiferi di legno, tappi in sughero, segatura
Erba, fogliame, piccole piante e fiori recisi.
Tutto ciò non va inserito in borse e sacchetti di plastica, ma in sacchetti biodegradabili o di carta.
leggi anche

Rifiuti, raccolta dell’umido ferma al palo e Amiu ripensa il sistema dei “cassonetti marroni”
