Genova. Come è stato scritto più volte in questi giorni, il contesto meteorologico di queste ore è molto complesso e mutevole, per cui l’attività previsionale istituzionale si muove con cautela granitica. In ballo, infatti, c’è molto, moltissimo: secondo gli esperti del settore, infatti, quanto si sta “apparecchiando” in queste ore è una situazione del tutto simile a quanto successo nel recente, tragico, passato. E dalla memoria emergono due date: 2011 e 2014.
Sì perché se l’allerta arancione diramata in queste ore per la giornata di domani potrebbe sembrare al ribasso rispetto a quanto scritto e letto in questi giorni, quello che si muove sopra le nostre teste e sotto i nostri piedi parla chiaro: il ponente è saturo di pioggia da ieri, mentre le piogge di queste ore, unitamente a quanto potrebbe cadere da cielo questa notte, porteranno ad una medesima condizione il centro levante.
Quello che succederà poi, è ancora tutto da capire, ma le condizioni ci sono tutte per gli scenari peggiori: la reattività degli idrometri dei torrenti ci fanno capire quanto poco serva per far cambiare, in peggio, la situazione. E dal pomeriggio di domani l’arrivo di un nuovo fronte convettivo potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Nel vero senso delle parole, purtroppo.
Il punto è capire dove. Tutto dipenderà dal fattore “scirocco”: se in qualche modo si manterrà sostenuto come in questi ultimi giorni, avrà la forza di schiacciare la perturbazione a ponente, mettendo in salvo il centro – levante, risparmiando il bacino di Bisagno, Scrivia, Aveto, creando però probabili problemi a Cerusa, Stura e Varenna, più i minori. Se invece il vento caldo da sud mollerà la presa la perturbazione potrebbe allargarsi a tutto il genovesato. La Valpolcevera sta nel mezzo di questo complicato scacchiere, e rischia di fare da “prendi tutto”. Lo scenario, quindi, se la carte saranno confermate, è serio, e il rischio è quello di esondazioni multiple su ampie parti di territorio.
Dire questo non vuole creare allarme ma precauzione e consapevolezza: “In questi casi c’è e ci deve essere un’attenzione maggiore, anche quando le carte non sono necessariamente devastanti – scrive sul suo blog Gianfranco Saffioti, il “meteorologo ignorante”, punto di riferimento imprescindibile della materia per tutta l’area genovese – E l’alluvione a Genova del 4 novembre del 2011 e quella del 9 ottobre del 2014 sono lì a ricordarmelo ogni volta. Nel 2011 caddero 100 millimetri dalla mezzanotte alle 8 del mattino. Pausa. Terreno saturo, Fereggiano e Bisagno in forma autunnale ma certamente non spaventosa, anzi. Dopo le 10, tutto ciò che precipitò sui quei versanti si riversò all’interno dei due alvei”. E fu quel che fu.
“Tre anni dopo neppure questa lezione fu d’insegnamento. Temporali forti e a tratti stazionari martoriarono la nostra regione il 6, il 7 e l’8 di ottobre – ricorda – Non solo si sbagliò la previsione, e non si diede l’allerta, ma si sbagliò clamorosamente anche il monitoraggio in tempo reale di quello che stava accadendo il giorno stesso. Lo Scrivia esondò alle 21 a Montoggio. l Bisagno e il Fereggiano dopo le 23. Qualche ora prima e sarebbe stata una mattanza”.
Insomma, a prescindere da quello che verrà indicato, dal colore delle nostre certezze, o dei nostri dubbi, a seconda della prospettiva, le prossime ore dovranno essere gestite, da tutti, con la massima prudenza e cautela possibile. Anche perché la storia ci ha insegnato che, parafrasando una celebre frase che campeggia su un muro della nostra città, “l’alluvione è quella lezione del cielo che i genovesi non ricordano mai abbastanza”.