Autobus nel mirino

Pugni e bottigliate sul bus all’uscita delle discoteche, Orsa: “Mettete le telecamere”

Polizia di Stato notte generica
Foto d'archivio

Genova. Ancora una notte brava che ha visto presi sotto attacco i mezzi di Amt. All’orario di uscita  delle discoteche, alle 4.30 in via Rimassa, infatti,  un bus della linea 20, che era in partenza dal capolinea, è stato preso di mira da un gruppo di ragazzini ubriachi che sono saliti a bordo fumando, e hanno colpito il mezzo con pugni e  bottigliate. L’autista ha subito avvertito il centro operativo ma, all’arrivo delle pattuglie, i ragazzi si erano già dileguati.

A denunciare il fatto il sindacato Orsa che ha ricordato come queste siano situazioni abbastanza comuni, purtroppo, nelle ore notturne e che, nonostante incontri e promesse, fino a oggi non siano state trovate soluzioni. “Sono sei anni che denunciamo questo tipo di situazione – spiega Marco Marsano, di Orsa – e che chiediamo che siano messe telecamere a bordo. Non sono certo una soluzione ma, in qualche modo potrebbero aiutare. Per adesso,però, si attende ancora il software, che dovrebbe essere messo a punto dalla Leonardo, e non si fa nulla”.

Un’altra soluzione, secondo Orsa, sarebbe quella di una migliore gestione nell’utilizzo delle guardie giurate a bordo. “C’è una convenzione che permette di impiegare questo tipo di vigilanza si bus – prosegue Marsano – ma non vengono utilizzati nei momenti in cui servirebbero. Se ci fossero state un paio di guardie, magari, si sarebbero limitati i problemi. Il problema è che vengono messe nei momenti di ingresso delle discoteche, fino all’una, ma i problemi ,aggiorno avvengono all’uscita dei locali”.

Si tratta di un problema più complesso, ricorda Marsano, visto che ieri notte ci sono stati schiamazzi e qualche atto vandalico anche in tutta la zona della Foce, fino a Boccadasse, ma “Noi siamo autisti dei bus, non sociologi – prosegue – e possiamo solo prendere atto del fatto che questi gruppi di giovani siano sempre più aggressivi. Sentono di avere l’impunitá e quindi alzano sempre di più l’asticella delle provocazioni. Siamo preoccupati, ovviamente, perché il rischio è che possano capitare cose più gravi”.

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