Genova. Un obiettivo più che ambizioso: costruire una nuova cultura per la sinistra, citando anche Robert Kennedy (“E ciascuno sarà giudicato e giudicherà se stesso per il contributo che avrà saputo dare alla costruzione di una nuova società mondiale e per la misura in cui avrà saputo plasmare il suo sforzo sulla base di alti ideali e obiettivi”)
Sabato 21 settembre Genova che osa presenta un manifesto per contribuire alla costruzione di una nuova cultura per la sinistra. “Con il manifesto orientereremo la nostra azione politica: il pensiero, le proposte, l’organizzazione, i progetti, le attività”, spiega Stefano Gaggero, uno dei principali fautori del Movimento.
L’ambizione di Genova che osa è che il manifesto “diventi la base condivisa per l’impegno della sinistra organizzata in città, per questa ragione la presentazione sarà un momento aperto e l’avvio di un percorso condiviso per studiare la realtà cittadina, costruire in concreto le nostre proposte, organizzare le iniziative e una rete di relazioni diffusa”.
Ventiquattro pagine in cui viene effettuato un appello a giovani, a chi ha idee innovative e progressiste, a chi ha perso fiducia nella politica. Secondo quanto scritto nel manifesto, Genova è una città divisa, in cui il dibattito pubblico locale è giudicato “sterile, articolato intorno a priorità come sicurezza, degrado e decoro, grandi opere, industria pesante, che sono errate perché non mettono in discussione lo stato attuale della città, alimentando il ricorso a parole d’ordine e riti vuoti che, celebrando una supposta eccezionalità genovese, celano l’apatia dominante dietro un tronfio sciovinismo provinciale”.
Genova che osa cita le esperienze di Liverpool e Lipsia, che hanno cercato e trovato strade per fronteggiare il cambiamento in modo da garantire il benessere di tutti i loro abitanti. Invece, secondo il movimento, “Il programma della destra è trasformare la nostra città in uno dei sobborghi di Milano. Una città patinata per le élite, per alcuni pendolari e pensionati benestanti alla ricerca del clima mite e del bel paesaggio”.
Non manca la critica alla sinistra, che “ha favorito la crisi, assecondando la fazione cittadina della conservazione”, mentre “occorre cambiare il senso comune e porre fine alle rendite di posizione che soffocano la città”.
Vengono elencati tre propositi-guida: il governo democratico degli spazi in città, la costruzione di un nuovo welfare cittadino, l’adozione di un sistema di sviluppo urbano equi e sostenibile. Per realizzare questi propositi Genova che osa elenca 40 proposte specifiche, disponibili qui.
L’appuntamento è per sabato 21 dalle 17.45 alle 20 nella sala Nautilus dell’Acquario di Genova.