Tutto a posto

Cinghiali trovati morti, analisi escludono peste suina o malattie trasmissibili all’uomo

Ad uccidere gli esemplari probabili patologie legate al sovrappopolamento

cinghiale morto bisagno
Foto d'archivio

Genova. Non ci sono casi di peste suina, peste suina africana e morbo di Aujesky nelle carcasse e ossa di cinghiali trovate in Liguria nei mesi estivi. Nessun rischio per la salute umana e animale. Ad accertarlo è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. “Siamo molto soddisfatti – afferma l’assessore alla Caccia, Stefano Mai – Si conferma che i cinghiali trovati morti non avevano patologie gravi. Sono stati eseguiti numerosi accertamenti diagnostici sui tessuti prelevati, e si sono potute escludere gravi malattie infettive diffusive, come la peste suina classica, la peste suina africana e morbo di Aujesky. Questo conferma che in Liguria non esiste alcun pericolo per la salute umana e animale legata a questi casi. Non ci saranno quindi ripercussioni sulla produzione di carne suina o sulla caccia”.

A essere analizzate sono state otto carcasse e i reperti ossei di quattro cinghiali. “I cinghiali sono stati trovati tra luglio e agosto – precisa l’assessore Mai – Tre sono stati ritrovati in provincia di Genova: due a Cicagna, uno a Lorsica. In provincia di Imperia sono state trovate cinque carcasse: tre a Pieve di Teco, una a San Lorenzo a Mare e una a Vassalico. Le ossa invece erano state ritrovate tutte in provincia di Imperia, ad Aquila d’Arroscia, Borghetto d’Arroscia e Ranzo. Ora sappiamo che non si tratta di malattie gravi. Una notizia fondamentale per tutto l’ecosistema ligure”.

A uccidere gli animali, secondi gli esami dell’Istituto Zooprofilattico, il fisiologico diffondersi di patologie non gravi dovute al sovrappopolamento. “Si tratta di condizioni che si riscontrano in situazioni come quelle che viviamo oggi – prosegue l’assessore Mai – Voglio ben chiarire che non è nulla di grave e non inficia minimamente la qualità delle carni suine liguri. È tutto sicuro. Questa situazione è semplicemente dovuta al fatto che ci sono troppi cinghiali. Lo vediamo nella loro presenza quotidiana nei centri abitati, dai danni che procurano ad abitazione e aziende, ed ora anche in questi casi di decessi”. “Voglio ringraziare l’Istituto Zooprofilattico – conclude l’assessore Mai – che con grande professionalità interviene sempre con precisione per salvaguardare la salute dei liguri e del nostro ecosistema. Oltre a questi accertamenti, infatti, esiste una fondamentale e costante collaborazione tra Regione e l’Istituto per il monitoraggio di tutti gli ungulati cacciati e abbattuti negli interventi di controllo”.

Per quanto riguarda le ossa ritrovate nel comune di Torriglia, in provincia di Genova, lo scorso 4 settembre, le analisi sono ancora in corso.

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