Genova. Sono 25 i manufatti delle autostrade genovesi considerati osservati speciali per le loro condizioni di salute. A rivelarlo la stessa Autostrade per l’Italia, che nei giorni scorsi ha reso pubbliche le valutazioni di tutti i ponti e viadotti di cui è concessionaria. Una lista che però non manca di lasciare qualche perplessità.
Nell’elenco, consultabile sul sito web di Aspi, ad ogni infrastruttura è dato un punteggio, che ne indica lo stato di salute e l’eventuale urgenza di intervento: meno di trenta significa nessuna necessità, 40 interventi a lungo termine, e 50 interventi a breve termine, “entro 5 anni”. Nell’elenco non sono presenti punteggi più alti: con 60 i lavori sono considerati urgenti da attivare entro due anni, e con 70 immediatamente, con procedure di limitazione del traffico. Per la cronaca, Ponte Morandi, come emerso dalle inchieste della procura, aveva una valutazione di 50, prima del crollo.
A livello nazionale sono una settantina quelli valutati con 50, di cui circa un terzo a Genova: per quanto riguarda il nostro territorio nell’elenco sono finiti il Borbera, il Pietrafraccia, il Ponte Isolabuona sulla A7; il Leira, il Gorsexio, il Ramella, Il Mongrosso, il Piani, il Roccenere, il Lagoscuor e gli Stura 3 e 4, il Ferrato e il Baudassina, l’Orba, lo Strona per l’A26. Su questa tratta nella lista è compreso anche il Gargassa (sud e nord) che avevamo documentato in questo articolo.
Per l’A10 compare il Chiaravagna, mentre per la A12 il viadotto Rovena, dello svincolo di Genova Est, che Genova24 aveva visitato qualche settimana fa trovandolo effettivamente non proprio in perfette condizioni “estetiche”, e il Campodonico.
Il Bisagno, il Veilino il Sei Luci, finiti nelle carte della procura hanno ricevuto rispettivamente 43 e 43, 41, mentre per il Castagna, di cui avevamo scritto, non è stato pubblicato il punteggio perché sarebbero in corso gli interventi.
Caso a parte il Pecetti: sulla lista compare la valutazione 40/41, ma il dato deve essere ancora eventualmente confermato da una analisi da parte di una ”società di ingegneria terza”. Nella stessa condizione ci sono i viadotti con punteggio più “alto” Piani, Chiaravagna, Baudassina, la cui valutazione definitiva dovrà essere termianta entro dicembre di quest’anno.
Ed è proprio questo il punto dolente dell’elenco: dei 505 viadotti del tronco di Genova, come specificato dalla stessa Autostrade per l’Italia, 203 non hanno ancora una valutazione definitiva e le rilevazioni di Aspi devono ancora essere “verificate” da un ente terzo, “entro dicembre 2019”. Alla luce di quanto emerso dalla procura di Genova in questi giorni, quindi, a più di un anno dal crollo di Ponte Morandi, non sappiamo con certezza quale sia lo stato di salute dei ponti sotto le nostre ruote e sopra le nostre teste.
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