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Al porto antico una teca mostrerà i rifiuti che finiscono in mare, attivato un secondo Seabin

Ma quello che fa peggio ai nostri mari, purtroppo, è invisibile agli occhi

Genova. “Non è vero che il fatto di installare nelle acque del porto antico un secondo Seabin non è una notizia”.

Lo ha detto Alberto Cappato, direttore generale del Porto Antico spa, presentando il secondo dispositivo in grado di raccogliere rifiuti galleggianti, questa volta sponsorizzato dall’azienda Grohe, dopo quello “adottato” qualche mese fa da Klm.

Seabin, scelto da LifeGate plasticLess e prodotto da Poralu marine, è un cestino di raccolta dei rifiuti di superficie in grado di catturare circa 1,5 kg di detriti al giorno, ovvero oltre 500 Kg di rifiuti all’anno (a seconda del meteo e dei volumi dei detriti), comprese le microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e le microfibre da 0,3 mm. Seabin inoltre potrà catturare molti rifiuti comuni che finiscono nei mari come i mozziconi di sigaretta, purtroppo anch’essi molto presenti nelle nostre acque. “Lo abbiamo collocato nello specchio acqueo più delicato perché sottoposto a correnti”, ha spiegato ancora Cappato che ha svelato la novità.

Il materiale che verrà raccolto da Seabin sarà riversato in una teca trasparente che mostrerà che cosa finisce in mare e quindi quali possono essere i danni derivati da comportamenti poco attenti alla tutela dell’ambiente.

Generica

Quello che fa più male all’ecosistema marino, però, non si vede. Le microplastiche e le microfibre, contenute anche nei dentifrici che consumiamo o nelle creme con granuli scrub, finiscono in mare concorrendo a uno dei più grandi disastri ambientali.

“La presenza di rifiuti plastici nel mar Mediterraneo è un’emergenza da affrontare subito – afferma Enea Roveda, amministratore delegato di Lifegate – il Mediterraneo è costretto ad accogliere ogni giorno 731 tonnellate di rifiuti in plastica, che potrebbero raddoppiare entro 2025, inoltre è stato accertato da studi scientifici che anche nel Mediterraneo, davanti alla costa della Toscana, si sta formando una plastic island, un’isola di rifiuti plastici come quelle gigantesche presenti nel Pacifico”.

Seabin è una delle soluzioni “green” adottate negli ultimi tempi dalla Porto Antico. Oltre ai bidoncini, da ricordare la campagna per la riduzione dell’uso delle bottigliette di plastica e la distribuzione di 40 mila borracce, l’installazione di colonnine di ricarica per mezzi elettrici, l’elettrificazione delle banchine per i maxi yacht e ancora l’uso di energia fotovoltaica per un risparmio annuale di 50 mila euro.

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