Genova. Una goccia che potrebbe aver fatto traboccare il vaso della pazienza. Ancora una volta. Una donna scivola nel fiume, si fa male. Nell’attesa dei soccorsi la folla straripa nella strada, quasi bloccando il traffico, e “prendendosela” con i residenti di passaggio che tentavano di guadagnare la via di casa
Siamo in Val Varenna, la vallata sopra Pegli che ogni estate “subisce” l’assalto di bagnanti da ogni parte di Genova: una cosa che sarebbe del tutto normale e, anzi, forse un buona notizia, se non fosse che i numeri stanno sfuggendo di mano con sempre nuovi episodi “difficili”.
“Non ne possiamo più – ci racconta un residente – ogni anno la stessa storia, centinaia di persone in estate invadono la vallata, per fare feste al fiume. Una cosa che potrebbe anche andare bene, se non fosse che spesso viene lasciata spazzatura e che la viabilità e la sicurezza dipendono da quante birre ha bevuto la persona che hai la fortuna di incontrare tra le curve”.
A frequentare quei luoghi sono soprattutto gli appartenenti alla comunità sudamericana, ma l’etnia non è derimente: “Chi sono e da dove vengono non ci interessa – spiega – il problema è che queste feste sono quotidiane e sempre “oltre i limiti” per quanto riguarda l’alcool, soprattutto”.
Un problema non nuovo, e che già negli anni scorsi aveva portato alcuni cittadini a fare degli esposti per denunciare la situazione: “spesso è difficile anche passare con la macchina e se provi a far valere le tue ragioni arriva la prepotenza, le minacce, i colpi sulla macchina. Un far west”.
E così, visto che nulla è cambiato, l’idea è quella di un nuovo esposto: in queste ore sui social aumentano le “adesioni” all’idea, per provare ad arginare un fenomeno che rischia di “esondare” esattamente come il torrente che ne fa da scenario.
(Foto presa da gruppo facebook Comitato Val Varenna)