Un tempo, quando si parlava dei grandi magazzini si diceva “c’è di tutto come a Genova”, ricordando il ruolo di città emporio del capoluogo ligure ma, in questo venerdì d ponte ferragostano la sorpresa è che, almeno in centro, i negozi e i bar sono aperti. A passeggiare tra via XX settembre e i carruggi per una volta non si trovano le famiglie di turisti alla disperata caccia di un panino ma, addirittura, un’offerta all’altezza della situazione.
Ai pubblici esercizi e agli alimentari, poi, si aggiungono i classici negozi, come quelli di abbigliamento, ancora impegnati nei saldi, con l’apertura principalmente degli store delle grandi catene, ma anche i negozi di souvenir, quelli di telefonia e le botteghe tradizionali, la coda più lunga era all’uscita di un ferramenta. Una città viva e animata, con tante persone che, nonostante il caldo, hanno assaporato le bellezze di un centro storico finalmente aperto per ferie.
“Una volta ad agosto il centro storico non aveva i flussi turistici che, adesso, si vedono arrivare anche alla mattina presto – spiega Marina Porotto, presidente dei Giovani di Fipe, la federazione dei pubblici esercizi di Ascom – e quindi penso che stiamo andando verso una giusta direzione che è quella di una sempre maggiore apertura delle città. Io sono molto positiva da questo punto di vista e credo che malti miei colleghi abbiano finalmente capito che bisogna puntare molto su questo mese, che è diventato, ormai, un periodo di lavoro intenso”.
Un’apertura premiata anche perché, secondo i dati della regione Liguria, questo è stato un ferragosto e, in attesa dei dati ufficiali, che stanno iniziando ad affluire all’osservatorio turistico regionale, arriva la soddisfazione degli operatori per come sta andando la stagione. Da quanto risulta all’assessorato, infatti, sulle piattaforme social le prenotazioni di camere e alberghi hanno oltrepassato il 94% e la Liguria risulta essere ai primi posti in Italia per camere prenotate.
Certo, la situazione cambia radicalmente te una volta usciti dal centro della città. Nei quartieri collinari, così come nelle vallate, le saracinesche aperte sono il minimo sindacale, giusto i supermercati e qualche piccolo negozio di quartiere. Qui, dove i turisti non arrivano, se non perché hanno sbagliato strada, la tradizione della chiusura a ferragosto resta ancora ben radicata e, difficilmente, si potrà superare.