Genova. Se dovesse spiegare a un bambino perché il ponte Morandi è crollato cosa direbbe? La domanda di un cronista al procuratore Cozzi a pochi giorni dall’anniversario del crollo è diretta, e così è la risposta: “Il ponte è crollato perché non ce la faceva più a stare in piedi, come un uomo malato. Bisogna capire se poteva esser curato e salvato”.
E’ la stessa conclusione a cui sono arrivati ii periti del gip al termine di analisi accurate.
“La perizia è un lavoro molto tecnico, descrittivo più che valutativo, ma è chiaro che nel descrivere lo stato dell’opera nel suo complesso e dei reperti i periti hanno fatto valutazioni precise per indicare il tipo di situazione in cui si trovavano e non mi sembra che si tratti di valutazioni di tipo positivo”. Il procuratore della Repubblica Franco Cozzi evita ogni tipo di polemica con Autostrade che nei giorni scorsi ha replicato con diversi comunicati ai contenuti della perizia e polemizzato anche con il vicepremier Di Maio, ma si limita a ricordare quello che i periti hanno detto, vale a dire che per i periti non sono stati fatti interventi di rilievo sulla parte crollata dal lontano 1992.
“Poi se e quanto questo abbia contribuito o determinato il crollo è un problema che le indagini devono appurare nel proseguo ma lo stato dell’arte è quello” aggiunge.
“Ognuno può fare tutti i commenti che vuole” dice ancora ma aggiunge che bisogna essere cauti anche nelle valutazioni perché diciamo che un conto sono le valutazioni e i commenti che si possono fare a una perizia tecnica, un conto è pensare che si usino gli stessi metodi di valutazione per gestire e mantenere un’opera”.