"basta guerra"

‘Ora in silenzio per la pace’, mercoledì il 900 esimo appuntamento. Il presidio che dura dal 2001

Ogni settimana i pacifisti si incontrano a De Ferrari

pacifisti genova siria
Foto d'archivio

Genova. Tutti i mercoledì si radunano sulle scale di Palazzo Ducale, in piazza De Ferrari, e dopo aver srotolato lo striscione, iniziano il silenzio. Un silenzio che è un richiamo assordante contro le violenze della guerra.

Sono gli attivisti di “Un’ora in silenzio per la pace”, che mercoledì prossimo si vedranno in piazza per la 900 esima volta, dopo oltre 18 anni di presidi settimanali senza soluzione di continuità.

“Pochi giorni dopo l’attentato alle torri gemelle, nel 2001, un piccolo gruppo di pacifisti e pacifiste ha deciso di manifestare per la pace rimanendo per un’ora sui gradini del palazzo ducale – si legge nel comunicato che ricorda questo avvenimento – Alcuni di loro avevano partecipato alla mobilitazione a Comiso contro l’installazione dei missili Cruise nel 1981; altri si erano aggiunti per far cessare l’esposizione di armamenti nella Mostra Navale Italiana alla Fiera Internazionale nella seconda metà degli anni Ottanta. Durante la guerra del Golfo avevano incominciato a sedersi in largo Pertini e rimanere seduti in silenzio mentre venivano distribuiti volantini ai passanti”.

Una iniziativa nata a pochi mesi dai fatti del G8 di Genova un “Tentativo di pensare ad un diverso mondo possibile, che aveva coinvolto e portato a Genova migliaia di persone diversissime tra loro per provenienza ed ideologie era stato represso: con l’uccisione di Carlo Giuliani, con le torture di Bolzaneto, con le manganellate in strada, con la sospensione dello stato di diritto, con l’infiltrazione di provocatori”.

Poi l’Undici Settembre e tutta la spirale di violenza e guerra che ancora oggi si trascina per il mondo: “In questi diciotto anni il mondo degli otto pre-potenti che si erano riuniti a Genova si è realizzato esattamente nei modi che si era previsto: allargamento, in tutto il mondo, delle differenze tra ricchi e poveri, e concentrazione delle ricchezze mondiali in un numero sempre minore di mani, sempre maggior potere al fondo monetario internazionale ed alla banca mondiale, che continuano ad imporre le loro ricette a tutti i livelli: sfruttamento e privatizzazioni con il conseguente ulteriore impoverimento dei paesi già poveri, con predazione delle materie prime del loro sottosuolo: l’Africa è il continente più ricco di risorse, ma queste vengono regolarmente predate: dai paesi più ricchi”.

“Durante le nostre presenze settimanali sui gradini del ducale – sottolinea Norma Bertullacelli, una delle attivisti – abbiamo cercato di “smontare” i luoghi comuni che ci stanno rendendo sempre più cinici, razzisti ed intolleranti. E’ una battaglia impari, perché possiamo contare solo su una risma di carta a settimana, sui nostri striscioni e sulla nostra presenza sui gradini”.

Una lotta impari ma che non è mai riuscita a scoraggiare e fermare questo gruppo di attivisti che in questi anni ha anche “ospitato” manifestazioni e presidi “attigui” in qualche modo con le motivazioni alla base del loro manifestare: dalle proteste alla politiche migratorie, allo sfruttamento del lavoro degli immigrati, dalla partecipazione italiana a guerre di aggressione alla produzione di armi e al loro commercio verso paesi destabilizzati.

“Tra poche settimane a Genova si svolgerà l’assemblea parlamentare della Nato, che ha lo scopo di raccordare la NATO e le pubbliche opinioni – scrivono i pacifisti – Noi ci proponiamo invece di informare la pubblica opinione che la NATO è un’alleanza di carattere aggressivo, che ha indotto l’Italia a violare la propria Costituzione, che comporta spese ingenti, che fa dell’Italia un sito nucleare visto che custodisce ordigni atomici nelle basi USA e NATO sparse per il nostro territorio. Mettiamo a disposione di chi ce ne farà richiesta un interessante opuscolo su tali basi militari”. 900 non è un traguardo, è un nuovo inizio.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.