Genova. Eravamo andati a visitarlo “da sotto”, e l’impressione era quella di uno stato di trascuratezza e “vetustità” esterna decisamente marcata e tangibile: calcinacci ovunque, tondini scoperti, armature arrugginite e che si sbriciolavano al tocco. Oggi la procura di Genova lo inserisce nel dossier dei “ponti malati”: è il viadotto Bisagno, la grande infrastruttura viaria che salta la Val Bisagno sul tracciato della A12.
Il documento consegnato al Mit descrive le strutture che negli ultimi mesi sono state monitorate dalla Guardia di Finanza, a seguito della inchiesta parallela aperta dopo alcune perquisizioni disposte a seguito della tragedia del 14 agosto 2018. Inchiesta che punta a fare chiarezza sulle manutenzioni di altri viadotti, alla luce di alcune irregolarità riscontrate, che “sottostimavano” criticità e ammaloramenti. Ebbene, le conclusioni sono che sul questi viadotti la manutenzione è stata riscontrata come “carente” e oggi necessaria.
Nel mirino della procura inizialmente erano il ‘Sei Luci’ della A7 (a questo link il nostro approfondimento) e il Pecetti e il Gargassa sulla A26 (a questo link il nostro reportage): l’elenco però si è allungato rapidamente, introducendo alter strutture tra cui il Bisagno e il Veilino della A12.
Come è noto queste due opere sono in servizio dal 1967, anno di apertura della tratta, stesso anno del Ponte Morandi: i due viadotti sono accomunati anche dalla tipologia di tecnica costruttiva “ad avanzamento bilanciato”, partendo dai piloni. Una tecnica, all’epoca di avanguardia, che consentiva di costruire ad altezze notevoli la soletta partendo dalla sommità della pila, bilanciando il tutto, procedendo di pare passo da una parte e dall’altra. Con questa tecnica è stato costruito anche il viadotto Sori, sempre sulla A12.
La particolarità di questo Tipo di infrastruttura, infatti, è quella di avere i giunti della soletta a metà della campata, e non sui piloni. Gli altri ponti sotto indagine non si trovano in Liguria, come il Paolillo sulla A-16 Napoli-Canosa, il Moro sulla A-14 Bologna-Bari, in territorio di Ortona e il Sarno sulla A-30. L’unico altro nostrano è a Varazze: il Veiro, della A10.
Già all’epoca del nostro reportage Autostrade per l’Italia aveva rassicurato che sulle strutture in questione non esistono problemi di staticità, e che sono già in programma lavori di manutenzione ordinaria, che dovrebbero partire nelle prossime settimane.
La rete autostradale genovese, quindi, sembra essere giorno dopo giorno più in difficoltà: i tanti viadotti e le tante gallerie richiedono manutenzione frequente e monitoraggi costanti. Prima di Ponte Morandi questo problema praticamente “non esisteva”: in questi mesi, giorno dopo giorno, stiamo scoprendo che invece di problemi e criticità ce ne sono tante, tantissime, e che bisogno fare presto. La speranza è che il 14 agosto abbia insegnato qualcosa.
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