Genova. E’ scattato questa mattina il sequestro dei bagni Liggia dopo la sentenza del tribunale del Riesame della scorsa settimana. Ad eseguirlo polizia locale e capitaneria di porto.
I giudici genovesi hanno anche trasmesso gli atti al pm perché indaghi su Comune, Capitaneria e demanio per l’inerzia dimostrata sul caso.
“Io adesso da un lato devo restituire i soldi ai clienti” dice guardando la polizia giudiziaria che stende le reti arancioni sulla spiaggia “dall’altro ho 8 dipendenti che non ho intenzione di licenziare e nemmeno il bagnino”. Ha parlare è Claudio Galli, titolare dei bagni Liggia che oggi nulla può fare di fronte al sequestro del suo stabilimento balneare in esecuzione della sentenza del tribunale di Genova.
“Non licenzio il bagnino ma la barca di salvataggio non so dove metterla – spiega ancora – secondo la capitaneria dovrei metterla sul molo che è l’unica parte non sequestrata ma per riporla la sera devo violare i sigilli?”. Galli annuncia che si muoverà per vie legali: “Domani presenterà un esposto alla Procura – dice il titolare dei bagni Liguria – per dire che esistono oltre 10 mila concessioni in Italia che sono nella mia situazione. Sono elencate nel database del ministero delle infrastrutture e del turismo e vi elenco le 453 autorità concedenti che vi chiedo di indagare”
L’odissea dei bagni Liggia inizia a maggio 2018. La Capitaneria interviene perché il titolare abbatte il muretto di un bagno vicino. Il Comune ha dato il via libera ma la procura indaga il titolare perché l’area su cui insistono i bagni Liggia sarebbe occupata abusivamente in violazione della Bolkestein. Viene chiesto il sequestro al gip, che respinge. Il pm Walter Cotugno fa appello al Riesame che a sua volta dice no.
A questo punto l’accusa si rivolge alla Cassazione che accoglie la richiesta e rinvia al Riesame. Secondo gli Ermellini “la concessione era stata rilasciata nel 1998 e risultava scaduta il 31 dicembre 2009, senza che vi fossero state tacite proroghe”. Così il Riesame concede il sequestro e sottolinea che “le autorità hanno tollerato per un decennio l’illecito per favorirlo o per inerzia”.