Pallanuoto

Come nasce un spettacolo: il dietro le quinte del Quinto

Il dirigente Alessio Salvarezza: "Tutto nasce dalla programmazione, il prossimo anno ci saranno diverse novità"

quinto

Genova. Portare più persone possibili in piscina, offrire l’adeguata visibilità a chi decide di investire, restituire alla pallanuoto la dimensione di un evento-spettacolo. Sono le motivazioni che stanno alla base dell’infaticabile lavoro di chi da anni lavora per rendere la piscina di casa dell’Iren Genova Quinto il più colorata, rumorosa e popolata possibile.

In tal senso, la vetta non può che essere rappresentata dalla finale playoff di due anni fa con la Rari Nantes Salerno, ma in generale non possiamo essere tacciati di essere irreali se diciamo che le gare casalinghe dei biancorossi riescono sempre ad offrire un quid in più: presenza di spettatori costantemente al di sopra della media e di squadre ben più blasonate, colpo d’occhio che tutta Italia invidia ai genovesi.

Dietro a tutto questo, però, c’è un lavoro certosino e paziente che ha sì il suo apice al sabato pomeriggio, ma che in realtà inizia molto, molto prima.

Tutto nasce dalla programmazione – racconta il dirigente biancorosso Alessio Salvarezza, principale artefice di questo spettacolo -. Non c’è niente di improvvisato o di deciso all’ultimo secondo. Tanto per fare un esempio, un minuto dopo la fine dell’ultima partita stagionale con la Pro Recco eravamo già lì a pensare a cosa fare nella prossima stagione. Il modus operandi è piuttosto snello: un gruppo di persone che a vario titolo girano intorno alla società, siano dirigenti o genitori di ragazzi che militano nelle nostre giovanili, raccoglie tutte le idee, anche quelle meno verosimili. Poi al computer prepariamo un’elaborazione grafica di quello che sarà, grazie al lavoro di Giovanni Del Noce, e allora lì vediamo che cosa è realizzabile e che cosa no. L’obiettivo di fondo è quello di realizzare un evento che vada al di là della mera partita, cercando di portare più persone possibile in piscina e ad appassionarsi ai nostri colori, e di dare la giusta visibilità agli sponsor, a chi decide di investire in noi e nel nostro sport. Poi queste idee, anche grazie al lavoro di progettazione, devono essere adattate alla realtà, cioè alla piscina che ci ospita: e in tal senso un grazie va anche a Piscine di Albaro, che ci affianca con la massima disponibilità“.

Poi, al sabato, inizia il lavoro pratico. “Se giochiamo alle 18 – continua Salvarezza – alle 14,30 siamo già in piscina. Questo perché l’allestimento della vasca avviene gradualmente, in contemporanea con altri eventi o con i corsi. E poi, finita la gara, ci aspetta un’ora e mezza di lavoro perché la piscina deve tornare a essere quella di prima. Chi ce lo fa fare? Gli elementi trainanti sono due: la passione e il senso di appartenenza a questa società. Ci sono ore e ore di lavoro dietro a tutto questo, che vengono sacrificate rispetto ad altri impegni, familiari e lavorativi. Lo spettacolo del sabato però ripaga di ogni sforzo: vedere che l’idea che avevi in testa è stata realizzata ed apprezzata è importante. Tutto era nato, come spesso è successo in questa società, da un’idea di Marco Paganuzzi, già all’epoca di quando giocavamo a Bogliasco: rendere nostra la piscina che non avevamo. Siamo partiti con lo striscione biancorosso e poi…“.

Per il prossimo anno il cantiere delle idee è già in movimento: “Ci saranno diverse novità – conferma Salvarezza -. Un po’ per dare ancora maggiore spazio ai nostri sponsor, e poi per dare più valore ai colori e ai simboli della città di Genova, che ci onoriamo di rappresentare. Sarà uno spettacolo“. E questa, invece, non è una novità.

Tante le persone, oltre ad Alessio Salvarezza, che rendono tutto questo possibile. Eccole: Andrea Bruni, Giovanni Del Noce, Lorenzo Villa, Andrea Corrado, Andrea Bozzo, Tobia Piatti, Enrico De Micheli, Roberto Gilardo, Paolo Zannini, Pier Del Tassi, Federico Accardo, Giancarlo e Marco Piccinini.

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