Appello

Certosa e Sampierdarena, commercio in affanno dopo il crollo del Morandi: in stand-by nuovi aiuti da Autostrade

La struttura commissariale ha scritto ad Aspi un mese fa. Già 350 attività hanno ricevuto contributi tra i 7 mila e i 180 mila euro

certosa zona arancione

Genova. Una lettera per chiedere un nuovo intervento sul territorio ad Autostrade, ovvero un nuovo aiuto economico per quelle imprese commerciali colpite dal crollo di ponte Morandi e che non siano state incluse nella serie di ristori previsti dal decreto Genova o che, pur avendo diritto a quei contributi, abbiano bisogno di soldi, e subito.

La richiesta è stata avanzata ad Aspi, ufficialmente, ormai un mese fa dalla struttura commissariale per la ricostruzione del viadotto Polcevera ma ancora non è arrivata una risposta dalla società del gruppo Atlantia e tra i corridoi del Comune di Genova non si esclude che la querelle con il governo sulla revoca delle concessioni possa pesare su tale ritardo. D’altronde la “disponibilità” di Aspi è sempre stata una posizione quasi istituzionale, più volte ribadita.

“Abbiamo chiesto un nuovo impegno – dice l’assessore comunale ai Rapporti con la struttura commissariale Pietro Piciocchi – e siamo ottimisti che qualcosa si possa sbloccare entro il 14 agosto”. Oggi durante una commissione consiliare a Genova dedicata all’emergenza Ponte Morandi due rappresentanti dei municipi Valpolcevera e Centro Ovest, le aree della città prossime al viadotto, hanno sottolineato l’importanza di un nuovo coinvolgimento di Autostrade.

Fabio Carletti, vicepresidente del municipio Valpolcevera (retto dal centrosinistra) ha spiegato come 6 aziende a Certosa abbiano cessato l’attività, mentre Fabio Papini, consigliere di maggioranza del municipio Centro Ovest (centrodestra) ha raccontato come stiano arrivando le prime lettere di sfratto ad alcuni negozianti, fenomeno confermato anche da uno dei commercianti di via Fillak, Ivan Spagnolo.

Entrambi i rappresentanti di municipio hanno anche criticato il sistema di aiuti previsti dal decreto Genova per cui, ad esempio, nel caso dei contributi una tantum non si prevedono cifre più alte per chi abbia l’attività più vicino al ponte. “Un ristorante a Boccadasse prende 15 mila euro come chi abbia un ristorante in via Fillak”, dice Carletti.

Sono circa 350 le attività economiche di Certosa e di Sampierdarena che nei mesi scorsi, in due diverse tranche, hanno ottenuto da Autostrade per l’Italia contributi volontari, basati sul mancato guadagno, per cifre da 7 mila fino a 160 mila euro circa.

Probabile che, se nuovi aiuti dovessero esserci, sarebbero meno cospicui. Sempre sul fronte dei rapporti con Autostrade, domani, martedì 23 luglio, ci sarà un incontro tra Aspi, struttura commissariale e i 20 dipendenti delle aziende della zona rossa che hanno chiuso i battenti. Alcuni di loro sono stati assunti a tempo determinato da aziende partecipate del Comune ma altri sono ancora senza lavoro.

Durante la commissione consiliare è stato affrontato, ma senza risposte, anche il tema della possibilità di un ristoro per il mancato incasso alle attività che hanno dovuto chiudere nel giorno dell’abbattimento con esplosivo del moncone est del Morandi.

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