Il personaggio

“Santa” Resistenza: al via il processo di beatificazione del partigiano Bisagno

Il cardinale Angelo Bagnasco ha dato il via alla causa di beatificazione e canonizzazione del genovese Aldo Gastaldi

Il partigiano Bisagno

Genova. Il cardinale e arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco ha dato il via alla causa di beatificazione e canonizzazione di Aldo Gastaldi, detto “Bisagno”, primo partigiano d’Italia e medaglia d’oro della Resistenza. Ne dà notizia la Curia Arcivescovile di Genova attraverso il settimanale cattolico diocesano ‘Il Cittadino’.

L’editto arcivescovile porta la data del 31 maggio ed invita “a comunicare direttamente o a far pervenire al Tribunale Ecclesiastico Diocesano tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità del Servo di Dio”.

Nel frattempo, il cardinale ha richiesto “a quanti ne fossero in possesso, di rimettere con debita sollecitudine al medesimo Tribunale qualsiasi scritto, che abbia come autore il Servo di Dio, qualora non sia già stato consegnato alla Postulazione della Causa” compresi “i manoscritti, i diari, le lettere ed ogni altra scrittura privata del Servo di Dio”.

Aldo Gastaldi, nacque a Genova il 17 settembre 1921 e morì in un incidente il 21 maggio 1945. Ereditò la fede cattolica dai genitori insieme ad un profondo senso del dovere che lo accompagnò tutta la vita. Dopo gli studi e una breve esperienza lavorativa, nel 1941, ricevette la chiamata alle armi ed il 15 agosto del 1942 prese servizio con il grado di sottotenente nel 15/esimo Reggimento Genio presso la caserma di Chiavari.

Dopo l’8 settembre del 1943 iniziò la sua avventura partigiana. Nei pressi di Cichero, una frazione di San Colombano Certenoli sulle pendici del Monte Ramaceto, nell’inverno del 1943, diede il via – insieme con altri compagni – al primo nucleo di quella che da lì a qualche mese sarebbe diventata la Divisione Cichero, la più famosa e temuta operante nella zona. Fervente cattolico, e senza alcuna connotazione partitica, con il passare del tempo, è sempre più amato dai suoi uomini e, dopo la fine della seconda guerra mondiale, lottò fino alla fine per porre fine ai regolamenti di conti che si registrarono in città.

Per salvaguardare la vita di alcuni suoi partigiani, ex alpini originari del Veneto e della Lombardia, li accompagnò personalmente a casa. La sua vita si spegne il 21 maggio 1945 a Desenzano del Garda, dopo aver riconsegnato alle famiglie tutti i suoi uomini.

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