Calo del 5%

Sangue, donazioni “sotto i livelli di guardia”, l’appello di Fidas

Foto d'archivio

Genova.  Per adesso la situazione non è ancora critica ma con l’arrivo dell’estate che vede l’aumento della popolazione nelle zone turistiche e le ferie dei donatori il rischio è quello di ritrovarsi a consumare le riserve di sangue che sono negli ospedali liguri ritrovandosi in una situazione di difficoltà. A lanciare l’allarme è Il presidente Regionale di Adidas, Emanuele Russo.

Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un calo delle donazioni attorno al 5% e nel primo trimestre 2019la raccolta di sangue in Liguria è scesa sotto le 20 mila sacche, un numero in calo di quasi mille unità rispetto allo stesso periodo del 2018. Anche a Genova il saldo è in negativo con la somma tra Gaslini, Galliera, San Martino e Asl3 che nel primo trimestre 2019 è scesa sotto le 10 mila unità.

La situazione, quindi, è abbastanza complessa, sopratutto rispetto agli anni passati. “Abbiamo già affrontato momenti borderline, e li abbiamo sempre superati, ma quest’anno le premesse sono più preoccupanti. Il calo, continuo da qualche anno, nei primi sei mesi dell’anno si è assestato attorno a cifre preoccupanti. Vediamo i giovani abbastanza distanti dalla pratica della donazione e, quindi, dobbiamo prendere iniziative. Le associazioni ci provano con l’informazione, la propaganda, ma serve anche la volontà del cittadino”.

Tra le ipotesi lanciate da Russo anche quello di un sistema di premialitá per i donatori ai quali si dovrebbe dare un segno del riconoscimento della comunità e delle istituzioni per il loro gesto. “Si potrebbero fornire analisi mediche più approfondite – spiega – o altre convenzioni sempre in campo sanitario per fornire un qualcosa in più a chi dona il sangue”.

Russo, quindi, lancia un appello a: “Tutti quanti, i giovani, le persone che hanno donato e non donano da tempo e le persone che possono donare. Queste persone si devono porre il problema di aiutare Genova a fare un salto di qualità. Bisogna passare da una donazione emotiva, dettata da fatti tragici, come il ponte, per arrivare a una routine di donazioni adeguata alle necessità”.

Il problema infatti, è che grandi afflussi di donatori portano a grandi quantità di sangue raccolto, che poi vanno a scadenza. Bisogna, invece, capire che se si dona con continuità, con il criterio del quando serve, dove serve e se serve, si riesce ad avere sempre sangue fresco, migliore per il paziente, evitando gli sprechi, che è una cosa importantissima”.

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