C'è chi dice no

Ponte Morandi, integrato l’esposto sull’amianto anche per le pile 10 e 11

Alcuni comitati puntano a bloccare l'abbattimento con esplosivo per le pile 10 e 11, come era accaduto già per la pila 8

ponte morandi cantiere

Genova. Quando mancano, sulla carta, circa 20 giorni all’abbattimento delle pile 10 e 11 di ponte Morandi, il comitato liberi cittadini di Certosa insieme a Ona, osservatorio nazionale amianto, annuncia di aver integrato per la seconda volta l’esposto-querela presentato in procura a Genova lo scorso 20 febbraio sui rischi legati alla presenza di amianto nell’ambito della demolizione del ponte.

Nel nuovo documento si chiede l’apertura di nuove indagini sull’uso dell’esplosivo per l’abbattimento delle pile 10 e 11, dopo gli approfondimenti per la pila 8, poi smontata meccanicamente.

Le analisi in atmosfera e all’interno del calcestruzzo del moncone est hanno portato a riscontrare una presenza di amianto abbondantemente al di sotto della soglia di legge. Questo ha portato a decidere di procedere con l’esplosivo.

Al di là dell’esposto, secondo Ona e il Comitato di Certosa, la popolazione, nonostante la presenza di date ufficiose riguardo l’esplosione del ponte, non avrebbe ancora conoscenza adeguata di quanto accadrà e di alcuni temi connessi. Dall’evacuazione allo stoccaggio e il trasporto dei detriti delle due pile fatte saltare in aria con la dinamite.

La prossima settimana si svolgerà una commissione consiliare a palazzo Tursi sul tema della gestione dei rifiuti da cantiere. Inoltre il sindaco e commissario Marco Bucci ha assicurato che convocherà l’assemblea pubblica non appena esisterà un piano definitivo.

Infine, Ona e il comitato Liberi cittadini di Certosa chiedono anche una documentazione in video e immagini sulle bonifiche nei palazzi collocati sotto al Ponte Morandi che proprio da stamani inizieranno a essere demoliti.

Stamani alcuni cittadini della Valpolcevera hanno manifestato (vedi video sopra), di buon’ora, in via Fillak, lato Certosa. Al flash-mob hanno partecipato una ventina di persone.

La protesta di oggi era, contro la nuova chiusura della strada, tuttavia inevitabile per via dei cantieri, ma anche per chiedere un’assemblea pubblica e maggiore considerazione dei quartieri attorno al viadotto.

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