Genova. E’ atteso per domani, lunedì 24 giugno, o al più per il giorno successivo il detonatore prodotto da un’azienda spagnola che dovrà essere utilizzato – in base alle sue specifiche tecniche – per dare il via alla serie di esplosioni che abbatteranno il moncone est di ponte Morandi. La strumentazione, che ha la particolarità di non essere suscettibile alle vibrazioni, sarà comunque collocata, per sicurezza nella galleria prima del casello di Genova Ovest.
Con l’inizio della settimana, a Genova, arriverà anche l’esplosivo. Quasi una tonnellata e mezza di dinamite (a cui si aggiunge l’esplosivo che dell’esercito per “segare” gli stralli collegati con l’elicoidale) acquistata da un’azienda di Cuneo sarà trasportata nell’area di cantiere e piazzata all’interno del calcestruzzo nei due o tre giorni precedenti all’esplosione. Non sarà stoccata in grossi depositi ma, in base alla normativa, dovrà essere subito inserita nei fori praticati nel ponte. Durante la collocazione dell’esplosivo non potranno essere in cantiere altri addetti oltre agli esplosivisti, i tecnici e i periti per questo tipo di operazione.
La dinamica dell’abbattimento – fissato da cronoprogramma alle 10.00 di venerdì 28 giugno, salvo accertata l’avvenuta evacuazione del raggio di sicurezza circostante – vedrà una sequenza in microsecondi di diverse esplosioni. Prima bisognerà tranciare di netto gli stralli di collegamento tra il ponte e l’elicoidale (in questi giorni è già stato smontata la rampa che univa l’autostrada A7 alla struttura), poi il ponte inizierà a collassare e un’altra esplosione ne controllerà la caduta, facendo adagiare al suolo le pile 10 e 11. Si tratta di 4500 tonnellate di cemento. Tutte le esplosioni saranno mitigate da colonne d’acqua, cannoni vaporizzatori e dall’acqua che cadrà dalle vasche montate sull’impalcato.