Genova. In relazione alla notizia relativa alle “multe” inflitte da Ladisa srl a due dipendenti impegnate nel servizio di refezione scolastica del Comune di Genova, e “al fine di ripristinare la verità dei fatti”, l’azienda precisa quanto segue:
“Le sanzioni da 500 e 250 euro rappresentano un atto dovuto per gravi violazioni commesse, almeno in un caso potenzialmente sanzionabile con il licenziamento. In particolare una delle due dipendenti ha inspiegabilmente distrutto un “pasto campione” sottraendolo così ad eventuali controlli e analisi da parte delle autorità preposte.
Tale comportamento, oggetto di ammissione dall’interessata anche in fase di istruttoria disciplinare, ha determinato una penalità da parte della civica amministrazione nei confronti dell’azienda che ha doverosamente attribuito alla dipendente tale responsabilità, prevedendo una sanzione più lieve di quella comminabile.
L’azienda ha tuttavia già formalmente manifestato, in più occasioni, la propria disponibilità a sospendere temporaneamente l’esecutività del provvedimento disciplinare, onde consentire alle parti interessate di verificare attraverso un arbitrato (procedura prevista dal CCNL) e con tutte le garanzie del contraddittorio in favore delle lavoratrici, la congruità di tale sanzione in proporzione alla gravità dell’inadempienza commesse.
Nonostante ciò, le annunciate azioni “a tutela dei lavoratori” ad oggi si sono concretizzate solo ed unicamente in ingiustificate manifestazioni di protesta – quando invece la tutela del lavoratore in caso di provvedimenti disciplinari trova il suo naturale alveo proprio nella richiamata procedura di conciliazione cui Ladisa ha già confermato la propria eventuale adesione – con l’evidente (ma assolutamente vano) scopo di condizionare le scelte dell’azienda”.