Il vento del cambiamento

Liguria Pride, De Paoli “cambia idea” e da il sostegno. Consigliere leghista fu accusato di frasi omofobe

Nel 2016 fu accusato di aver pronunciato la frase omofoba "se avessi un figlio gay, lo brucerei in un forno", a margine di una commissione regionale

giovanni de paoli
Foto d'archivio

Genova. Il Liguria pride 2019, che culminera’ con il corteo arcobaleno per le vie di Genova sabato pomeriggio, ha un sostenitore inaspettato. Si tratta del consigliere regionale di centrodestra Giovanni De Paoli, nel 2016 accusato di aver pronunciato la frase omofoba “se avessi un figlio gay, lo brucerei in un forno”, a margine di una commissione regionale.

Secondo quanto risulta all’agenzia Dire, De Paoli, in quota Lega da cui pero’ ha annunciato qualche settimana fa di volersi dimettere per avvicinarsi di piu’ ai moderati che sostengono il governatore Giovanni Toti, e’ stato infatti uno dei tanti consiglieri regionali che oggi ha acquistato un biglietto della “Riffa”, ideata dal comitato promotore Liguria rainbow per finanziare le molte iniziative organizzate in questi giorni a sostegno del mondo Lgbt.

Una donazione di tre euro raccolta dal capogruppo di Rete a sinistra, Gianni Pastorino, che in pochi minuti ha esaurito tra i corridoi di via Fieschi un blocchetto di 25 biglietti. A sostenere l’iniziativa non solo consiglieri di centrosinistra e, piu’ in generale, di opposizione ma anche rappresentanti della maggioranza di centrodestra.

Oltre a De Paoli, tre biglietti sono stati acquistati anche dal capogruppo di Forza Italia, Angelo Vaccarezza. L’atteggiamento del centrodestra regionale risulta, dunque, decisamente diverso rispetto a quello della stessa maggioranza che guida il Comune di Genova che lo scorso anno ha rifiutato il patrocinio alla manifestazione, motivo per il quale gli organizzatori non hanno inoltrato la richiesta per il 2019.

leggi anche
depaoli regione discussione
Bufera
“Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, a processo il consigliere leghista De Paoli
de paoli lega
A giudizio
“Se avessi un figlio gay lo brucerei”, nuovo rinvio per il processo contro De Paoli

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.