Colpa della politica

Inquinamento da navi da crociera, la risposta degli armatori: “Studio basato su ipotesi”. Il problema sono i porti

L'industria crocieristica è in fase avanzata di adeguamento, ma mancano le infrastrutture a terra

Costa Crociera Tre Navi Savona
Foto d'archivio


Genova.
Dopo i dati diffusi ieri dal comitato Cittadini per l’aria che ha rilanciato i dati forniti dal report di Transport & environment, che dipingerebbero una situazione di emergenza per quanto riguarda l’inquinamento della navi da crociera per Genova, arriva la replica, dati alla mano, della Clia, associazione internazionale dell’industria crocieristica, che smentirebbe la notizia.

Nel suo reporto Clia “accoglie con favore il coinvolgimento della società civile in questa delicata discussione, ma è delusa dal fatto che Transport & Environment abbia pubblicato un’analisi effettuata solo dal proprio staff, in modo autoreferenziale e senza discussioni pubbliche o contributi dall’industria delle crociere”. Secondo l’associazione le compagnie sono preoccupate che i risultati siano stati pubblicati senza alcun controllo accademico o revisione tra pari con una metodologia che risulta non essere stata riconosciuta come un processo scientificamente valido.

“Soprattutto, la classifica si basa esclusivamente su ipotesi e non su misurazioni effettive e non tiene conto dell’eventuale utilizzo delle tecnologie di abbattimento delle emissioni già presenti sulle navi – scrivono – Che è nota o comunque di facile consultazione per chiunque voglia affrontare tale tema senza faziosità”.

Secondo la Clia il settore delle crociere è stato uno dei primi ad adottare la tecnologia di pulizia dei gas di scarico (EGCS). Di conseguenza questa tecnologia si è sviluppata permettendo di ridurre le emissioni di zolfo oltre i limiti previsti dalle regolamentazioni internazionali e di ridurre inoltre le emissioni di particolato. Attualmente 111 navi da crociera, con una capacità di oltre 305.000 passeggeri, sono state dotate di EGCS. Su altre 12 navi in servizio l’installazione è corso d’opera, mentre su ulteriori 30 è in programma nei prossimi mesi. Inoltre, 27 navi di nuova costruzione, con una capacità di quasi 100.000 passeggeri, usciranno nei prossimi anni dai cantieri già dotate di EGCS.

Oltre a questo, il settore delle crociere è stato anche uno dei primi ad adottare la propulsione a Gas Naturale Liquefatto (GNL). Più di un terzo di tutte le nuove navi in costruzione da qui a pochi mesi, 25 in totale, utilizzeranno il GNL come combustibile di propulsione principale. Attualmente sono già operative due navi da crociera in grado di utilizzare il GNL durante le soste in porto, riducendo così le emissioni nelle città portuali. E non bisogna dimenticare che oltre il 70% della flotta da crociera mondiale – 152 navi – sono già navi “dual fuel”, in grado di utilizzare carburanti alternativi come metanolo e biodiesel, nonché i tradizionali combustibili fossili. Alcune sono persino in grado di trasformare i loro rifiuti alimentari in carburante.

“Naturalmente siamo d’accordo sul fatto che dovrebbero esserci condizioni di parità tra la shore-side electricity (SSE), ovvero la possibilità per le navi di spegnere i motori e collegarsi alla rete elettrica di terra quando sono in porto, e i combustibili fossili usati a bordo. L’introduzione di una deroga transitoria dalla tassa sull’elettricità da parte dell’UE è fortemente sostenuta dal settore delle crociere – continuano – I combustibili per uso marittimo non riguardano solo l’Unione Europea ma una questione globale, e l’IMO (International Maritime Organization) è attivamente impegnata a ridurre le emissioni di gas serra derivanti dalle navi e a presentare le misure necessarie perché ciò avvenga, in linea con le aspettative dell’UE”.

L’efficacia dell’utilizzo della rete elettrica di terra per mitigare l’impatto ambientale delle navi varia molto a seconda delle circostanze locali. “Ad oggi 55 navi da crociera, oltre il 27% della capacità totale, sono dotate di sistemi di connessione con la rete elettrica di terra e quindi sono potenzialmente in grado di utilizzarla, ove disponibile. Si prevede che altre 11 navi in servizio verranno equipaggiate con questi sistemi e che 17 nuove navi usciranno dai cantieri già dotate di questi sistemi”. Tuttavia, attualmente solo 13 porti visitati dalle navi delle compagnie aderenti a CLIA offrono almeno una minima disponibilità di utilizzo di energie elettrica da terra: Brooklyn, Halifax, Amburgo Altona, Montreal, San Diego, San Francisco (banchina 35), Los Angeles, Long Beach, San Pedro (banchine 92 & 93), Seattle, Shanghai, Vancouver Canada Place e Juneau. Genova non compare ancora in questo elenco.

L’estensione degli standard SECA al resto dei mari dell’UE “richiederà tempo e, in conformità con l’attuale quadro normativo, gradiremmo la conferma che sia possibile utilizzare gli EGCS sia “open loop” che “closed loop”, e che il GNL e altri combustibili alternativi siano supportati e sviluppati e che siano fisicamente disponibili nei porti per essere usati dalle navi. Per un settore come quello delle crociere che fa investimenti di lungo periodo, la chiarezza sulle aspettative future è di fondamentale importanza. Ovviamente, qualsiasi nuova area SECA dovrebbe essere proposta seguendo le procedure IMO concordate a livello mondiale per tali aree”.

In definitiva, la volontà di abbattere le emissioni è comune tra cittadini e armatori, come lo sono anche i benefici che ne deriverebbero per entrambe le categorie. Come spesso accade, però, l’adeguamento tecnologico per fare il salto di qualità spetta alle istituzioni portuali e alle amministrazioni locali e nazionali. E su questo a Genova come in Italia, siamo davvero ancora in alto mare.

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