La polemica

Ex Ilva, Vella: Parole di Conte preoccupano, con addio a Taranto rischia anche Genova

Ilva interni impianti
Foto d'archivio

Genova. “Il premier Conte parla di regoletta, ma forse ha perso di vista qualcosa. Arcelor Mittal ha messo nel piatto dello sviluppo dell’azienda 4,2 miliardi di investimenti di cui ben 1,5 per l’ambiente, 1,5 per lo sviluppo industriale e ha 1,2 miliardi sequestrati all’ex Riva che si aggiungono sulle bonifiche ambientali. Cambiare con un decreto gli accordi presi è veramente da folli. Se il decreto poi si chiama ‘crescita’ lo è ancora di più”.

Alessandro Vella, segretario generale Fim Cisl Liguria, si dice preoccupato per le parole del Premier che in conferenza stampa al G20 di Osakaha preso posizione sullo scontro tra il suo vice Luigi Di Maio e ArcelorMittal, sul tema delL’immunità penale garantita ai commissari di Ilva, considerata da Conte unprivilegio” e come tale “il Parlamento, che è sovrano, lo ha eliminato“.

Una “regoletta”, come l’ha definita Conte, che mette però a rischio il futuro dei lavoratori dell’azienda sto che Arcelor Mittal, in assenza di garanzie, si è detta pronta a dire addio a Taranto. “Se l’affidamento sull’immunità penale concordata decade per un conteggio mero di voti – dice Vella – rischiamo veramente di chiudere uno stato che ancora a livello mondiale vuole contare. I patti devono essere rispettati da entrambe le parti. Il governo può chiedere di accelerare e portare a termine prima possibile le bonifiche. L’azienda, con dichiarazioni di chiusura come quella fatta, preoccupa non poco. Anche per Genova c’è un grande rischio.

Una situazione che, ovviamente, avrebbe forti ripercussioni anche sullo stabilimento di Genova: “Le bonifiche erano previste anche per Cornigliano con la conversione/demolizione  della centrale elettrica abbandonata da molti anni – spiega Vella – e a Genova si perderebbero 1000 posti di lavoro, senza contare i 250 ancora in Ilva in amministrazione straordinaria che, in applicazione dell’accordo firmato il 6 settembre 2018, avrebbero la possibilità di essere riassorbiti entro il 2023 da Arcelor Mittal”.

“Anche la nostra città ha bisogno di crescere – spiega – e la politica italiana deve remare tutta dalla stessa parte. Il governo viaggia su due binari. La lega al nord parla di crescita industriale, parla con gli industriali, bene le dichiarazioni del sottosegretario Giorgetti, però poi non evidenzia ciò in modo forte quando, nel Governo, vota a favore di norme che vanno contro gli investitori, che difficilmente torneranno ad investire nel nostro Paese”.

“Vogliamo ancora perdere lavoro? – conclude Vella – Continuare su questa strada ci porterà indietro di anni, senza un futuro strategico per le generazioni che verranno che, probabilmente,  leggeranno di ‘regoletta’ e si domanderanno chi ha potuto fare tutto questo”.

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