Mancati traffici

D-Day, anche il porto si ferma (o quasi). Previsto un “costo” di diversi milioni di euro

"La quantificazione ad oggi è difficile, ma l'ordine di misura è questo"

Sedi istituzionali e palazzi del governo
Foto d'archivio

Genova. La giornata del 28 giugno, con la demolizione di Ponte Morandi, costerà al sistema portuale genovese alcuni milioni di euro. La stima non è ancora precisa ma gli operatori portuali hanno fatto qualche conto che non si discosta troppo da quest’ordine di valori. “Nella giornata di venerdì sarà molto difficile lavorare – spiega Giampaolo Botta, segretario generale degli Spedizionieri, a margine di un incontro – e questo significa che 5 mila camion, 300 spedizionieri, tremila dipendenti di queste aziende e tutti i terminalisti avranno un’operatività che sarà fortemente condizionata”.

“Quantificare ad oggi è difficile – spiega – ma non vi è dubbio che lo sforzo sarà rilevante per tutti gli operatori e penso che sul campo lasceremo qualche milione di euro di costi”. Spese che sono: “Un ulteriore contributo che si chiede a questo territorio e che questo territorio sopporterà – conclude Botta – ad oggi fatto su tutte quelle che sono state le difficoltà post Morandi”.

Più cauto il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale che non nasconde, comunque, le preoccupazioni. “Sotto il coordinamento del prefetto stiamo cercando anche in queste ore – spiega – di predisporre la migliore  organizzazione. E’ ovvio che sarà uno sforzo per tutti. Però penso che dobbiamo tutti metterci con molta umiltà al servizio del commissario Bucci e del prefetto per una giornata che per Genova ha un significato molto importante”.

“Tutti vorremmo  fare le cose con il minore impatto e danno per ognuno  di noi e questo è l’obiettivo che ci poniamo – spiega – ma poi dobbiamo tutti fare uno sfrozo e metterci al servizio di questa giornata che ha un obiettivo ben preciso, che è ben chiaro a tutti i genovesi”. Signorini, però preferisce non parlare di danno economico. “Io non metterei la giornata di venerdì su questo piano – conclude – anche perché, forse per Genova il significato simbolico della rinascita va un po’ al di là di tutto. Ma l’obiettivo è fare le cose nel miglior modo, tutelando le posizioni di tutti”.

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