Comunicato

Autista Amt investì anziana, condannato: la solidarietà del sindacato Faisa Cisal

"Ogni giorno il personale viaggiante vive in una quotidiana giungla cittadina”

autobus amt

Genova. Un autista Amt è stato condannato per aver investito, nel luglio del 2017, una donna che stava camminando parlando al telefonino a 20 metri dalle strisce pedonali.

Il sindacato Faisa Cisal sottolinea, a supporto del collega, come egli frenò all’improvviso, tanto da causare 4 feriti a bordo, ma non riuscì a evitare la collisione. “L’autista ha avuto comunque una responsabilità, sebbene parziale, e va comunque condannato, nonostante la richiesta di archiviazione proposta dalla Procura – scrive il sindacato in una nota – ma qualsiasi persona normale, dotata di senso e logica, non può fare a meno di chiedersi come sia possibile condannare penalmente un lavoratore che ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità, in conseguenza di un comportamento pericoloso e/o di una distrazione non imputabili a lui”.

La Faisa Cisal prosegue: “Ogni giorno il personale viaggiante, vista la particolarità del lavoro che svolge e le condizioni di viabilità cittadina, molto spesso lasciata totalmente a sé stessa, vive in una quotidiana “giungla cittadina” dove motocicli, autovetture e pedoni commettono le più inaspettate e pericolose manovre che ci si possa immaginare”.

Il sindacato confidando nel lavoro della magistratura resta dell’emanazione del dispositivo della sentenza, e delle relative motivazioni, in cui sarà possibili capire precisamente quali siano i comportamenti e relativi articoli del codice penale posti a carico del collega e per i quali il giudice di primo grado ha emesso una sentenza di condanna.

“La Faisa-Cisal – conclude la nota – come sempre in questi casi, esprime piena solidarietà e vicinanza al collega che si è trovato, suo malgrado, in questa pesante situazione e si farà promotrice, anche attraverso uno specifico incontro con AMT che richiederemo al più presto, del percorso legale che sarà necessario intraprendere per la tutela del collega e di tutta la categoria”.

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