Genova. “Viviamo in un tempo molto particolare, in cui idee inquietanti e i loro rappresentanti stanno rialzando la testa e queste idee inquietanti vanno combattute mettendo in campo un’idea diversa di Italia non fondata sull’odio, sulla ricerca del capro espiatorio, sul nemico o peggio su soluzioni che guardano al passato”.
Così Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico a Genova per un comizio nell’ultimo giorno prima del silenzio elettorale per le Europee, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse stato giusto concedere la piazza a Casapound per il comizio di ieri.
“Noi dobbiamo costruire un altro piano per questo paese – aggiunge – una prospettiva diversa di speranza che punti a un’Italia che torna a crescere e a creare lavoro”.
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“Esprimo solidarietà al giornalista ferito – prosegue Zingaretti – sono contento che si sia aperta un’indagine per accertare le responsabilità di quanto avvenuto perché è evidente che c’è stata una violenza che non va bene, né se si tratta di un giornalista, né se si tratta di una persona a terra assolutamente indifesa. È evidente che va garantito in questo Paese l’ordine pubblico ma va fatto, appunto, garantendo ordine e non assistendo a scene come quelle a cui abbiamo assistito ieri”.
Parlando, invece, delle future elezioni regionali in Liguria, nel 2020, alla domanda se il Pd riuscirà a promuovere la formazione di una coalizione unitaria, il segretario dei Dem risponde: “Assolutamente sì, non è vero che non è cambiato nulla, siamo insieme dentro un processo di rigenerazione di un campo di forze che vuole portare in questo paese più sviluppo. Possiamo perseguire un grande obbiettivo solo se saremo credibili, ed è quella credibilità che ha dato la lista unitaria che io ho visto sempre come primo step. Mi fa piacere che tutti date per scontato che esista la lista unitaria del Partito Democratico ma vi assicuro che è stata una grande fatica e anche una grande vittoria politica come sarà la vittoria domenica”.
“Io dico a tutto l’elettorato del centrosinistra che questa volta non si può non andare a votare perché non c’è solo in gioco un programma – conclude – c’è in gioco il cuore stesso della convivenza civile e democratica italiana”.