Genova. “L’interdittiva antimafia notificata dalla Dia su segnalazione del prefetto a una ditta coinvolta nella demolizione del ponte Morandi dimostra, ancora una volta, come il mancato rispetto del protocollo sottoscritto con Anac – che ha portato l’Autorità anticorruzione a disdettarlo – impedisca di agire preventivamente sul controllo delle aziende coinvolte in questo importantissimo appalto. Auspichiamo quindi che la struttura commissariale ripristini quel protocollo, coinvolgendo pienamente Anac, affinché episodi come questi non si ripetano in futuro”.
Lo hanno scritto in una nota il gruppo del Partito Democratico in Regione e quello in Comune a Genova riferendosi alle notizie di quest’oggi. L’azienda Tecnodem, impiegata con un appalto da circa 100 mila euro (e con dieci dipendenti) nell’opera di rimozione del materiale ferroso, aveva collegamenti parentali tra i suoi vertici e personaggi pluripregiudicati per criminalità organizzata.
Dalla struttura commissariale però sottolineano come il ruolo di controllo preventivo dell’Anac sarebbe però stata legata a ipotesi di corruzione e non a infiltrazioni mafiose. Per questo “capitolo” esiste un protocollo di collaborazione ed è appunto quello con la prefettura che ha portato agli approfondimenti della Dia delle ultime ore. In base al protocollo d’intesa esiste una white list di aziende da cui Ati dei demolitori e consorzio PerGenova possono attingere. Tra queste aziende, anche una volta impiegate, possono scattare ulteriori controlli, come avvenuto per la Tecnodem. Non è quindi escluso che, in futuro, possano venire alla luce altri casi simili.