Viabilità

Velox che non lo erano, anzi sì: scoppia il caso dei 30 km/h dopo il casello di Genova Aeroporto

La settimana scorsa un’interrogazione della Lega in consiglio comunale e le rassicurazioni della giunta. Eppure.

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Genova. Sono colonnine di plastica, arancione acceso, con il classico simbolo che avverte del controllo di velocità. Non sono ancora attivi, no. Ma lo saranno. Con quale parametro ancora non si sa. All’uscita del casello di Genova Aeroporto, sulla A10, uscita obbligatoria per chi arriva da ponente dato il crollo di ponte Morandi, è scoppiato il caso dei velox e dei cartelli che intimano a chi guida di non superare i 30 chilometri orari. Su uno svincolo autostradale. In discesa. Facile no?

Le colonnine sono tre, due all’inizio e alla fine dell’ultima galleria prima dello svincolo, una terza in fondo alla discesa dopo la barriera. Una delle tre colonnine è appunto in prossimità del divieto di superare i 30 all’ora. I totem sono piuttosto visibili ma a quanto pare ancora non attive. Al momento stanno creando una sorta di “rilevazione bianca” su cui calibrare le future multe.

La scorsa settimana in consiglio comunale a Genova il consigliere della Lega Fabio Ariotti ha sollevato il problema con un articolo 54. Ariotti aveva chiesto se si trattasse di veri e propri velox o di dissuasori. Aveva chiesto di valutare un aumento del limite per evitare tamponamenti. L’assessore comunale alla Sicurezza, Stefano Garassino, citando un’informativa della polizia locale aveva “escluso la presenza di postazioni fisse in quella zona”. Certo, ma “da parte del distretto competente per territorio o anche dall’autoreparto”. Autostrade è un’altra cosa. E questa settimana Polstrada e Aspi si incontreranno per pianificare la regolazione del traffico.

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