Genova. “Bisogna che partiti che ritengono di avere una maturità democratica, una responsabilità di governo e una maggiore sensibilità, evitino di costituire alibi per violenti e facinorosi che non hanno nulla a che fare con l’antifascismo, ma sono essi stessi fascisti, non volendo tollerare le idee di altri che non condividono”.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è tornato ad attaccare duramente la manifestazione di piazza di ieri, dopo averlo già fatto con un post su Facebook. Toti ha parlato dopo aver incontrato, in un ospedale genovese, il giornalista di Repubblica Stefano Origone, rimasto ferito in una delle cariche della polizia.
Per il governatore, “Si poteva cambiare piazza ma ci sarebbe comunque stata una protesta. Casapound è un partito che gli italiani troveranno scritto sulla scheda elettorale domenica, è legale esattamente come tutti gli altri, fino a quando un magistrato non deciderà il contrario”. “Non ne condivido le idee, non lo voterei mai neppure se fosse l’unico partito sulla scheda elettorale – ha aggiunto Toti – ma ha diritto di parlare esattamente come tutti gli altri”
Ancora sui feriti di piazza, manifestanti e il giornalista, ma anche poliziotti e carabinieri, Toti “abbraccia” le forze dell’ordine e continua: “L’episodio del ferimento del cronista è un episodio che non doveva accadere, chi lavora e racconta la realtà (Toti ha lavorato a lungo come giornalista per Mediaset ndr) sa che corre dei rischi, ma questo era un rischio francamente imponderabile, è evidente che qualcosa non ha funzionato ma qui mi fermo. Quello che è avvenuto in quella piazza sarà compito della magistratura accertarlo, ma quello che si è avvicinato a piazza Marsala non era un corteo pacifico”.
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