Le indagini

Scontri Corvetto, sentito in Procura il funzionario Bove: “Ho riconosciuto la voce di Origone e mi sono precipitato”

Per il vicequestore aggiunto che comandava il reparto "Non erano dei folli ma chi ha sbagliato è giusto che paghi"

origone giornalista ferito

Genova. E’ stato sentito questo pomeriggio dal sostituto procuratore Gabriella Dotto il vicequestore aggiunto Giampiero Bove che giovedì pomeriggio ha salvato il giornalista di Repubblica Stefano Origone da alcuni agenti del reparto mobile di Genova che lo hanno atterrato e picchiato – spaccandogli una costola due dita e provocandogli varie contusioni. Bove che comandava come funzionario il reparto (diviso in squadre da 10, ciascuna con un caposquadra sempre del Reparto mobile) ha immediatamente consegnato alla squadra mobile e alla Procura di Genova la prima relazione di servizio sui fatti di giovedì, poi integrata da una successiva nella giornata di oggi.

Sulla testimonianza di oggi resta il riserbo degli investigatori ma è probabile scorrendo le immagini che sono circolate sui social dove si vede come gli agenti dopo il lancio di lacrimogeni indossano oltre ai caschi le maschere antigas, non sarà facile per il funzionario, che guida il commissariato di Sestri ponente dare indicazioni dettagliate sui singoli che non sono suoi uomini ma che coordinava solo per il servizio di ordine pubblico di giovedì . Le squadre del reparto che operano in quella zona di piazza Corvetto sono due, si tratta quindi in tutto di venti poliziotti di cui una parte interviene sul manifestante 32enne che sarà poi arrestato, mentre un’altra atterra e picchia Origone. Non lontano operano invece poliziotti del reparto mobile di Torino.

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A proposito della scena del salvataggio che si vede dai video Bove ha spiegato di aver riconosciuto il giornalista da subito perché già lo aveva visto in piazza: “Ho riconosciuto la voce quando ha detto sono un giornalista – spiega il vicequestore aggiunto – mi sono fiondato su di lui e l’ho tranquillizzato. Gli ho anche recuperato il telefono che gli era caduto”. Per Bove “al di là delle immagini, a mio parere gli agenti che sono intervenuti non sono dei folli che colpivano per uccidere, poi se qualcuno ha sbagliato pagherà. Era una situazione difficile ed è stato un brutto momento per tutti”.

Anche i capisquadra del reparto hanno già consegnato la prima sommaria relazione dei fatti: nelle prossime ore anche a loro verrà chiesta dagli investigatori un’integrazione dettagliata per capire chi ha fatto cosa. La Procura auspica che siano gli stessi autori a farsi avanti spontaneamente. Intanto la squadra mobile nei prossimi giorni chiederà a quanti hanno assistito al pestaggio di fornire materiale video fotografico dello stesso a partire dai media locali e nazionali che hanno ripreso da varie angolazioni la scena.
Va avanti su un binario parallelo invece l’indagine della Digos per risalire agli autori dei lanci di oggetti e della resistenza che hanno portato prima al lancio di lacrimogeni che hanno invaso piazza Corvetto. In tutto sono stati lanciati 64 lacrimogeni al cs.

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