Genova. Nel momento in cui piazza Corvetto era a “ferro e fuoco” il sindaco di Genova Marco Bucci si trovava allo yacht club, a un appuntamento istituzionale legato alla regata storica delle Repubbliche marinare. Le notizie di quanto stava accadendo in centro città gli sono arrivate in via diretta.
Negli stessi minuti, intanto, in piazza, tra le migliaia di manifestanti, anche alcuni esponenti del Pd. Per citare solo i più “arrabbiati”, Alessandro Terrile, Luca Garibaldi, Stefano Bernini, consiglieri comunali e regionali, erano – se non in prima linea, quasi – a battagliare contro lo svolgimento del comizio di Casapound.
E’ uno di loro, Terrile appunto, a pungolare il sindaco già in serata, con un paio di post su Facebook in cui, di fatto, si parla di responsabilità dirette del primo cittadino sui gravi fatti accaduti. Per il consigliere Pd il Comune non avrebbe dovuto concedere la piazza a Casapound, perché è un partito di ispirazione apertamente fascista, e perché era chiaro che quel comizio, a cui ha partecipato una dozzina persone avrebbe costituito un problema gigantesco per l’ordine pubblico. Inoltre ricorda come il Comune non si sia fatto troppi problemi a negare un’altra piazza al Pd per un’iniziativa elettorale (non era nell’elenco comunale delle piazze assegnabili)
Bucci, in serata, risponde con un altro post, sempre attraverso il più celebre dei social network.
“Incomprensibile che si possa dire che la colpa di quanto accaduto oggi a Genova sia del sindaco e della sua maggioranza: mi viene quasi da ridere al pensiero. Ho già avuto modo di spiegare come non sia mio compito quello di vietare comizi politici in campagna elettorale a liste che ogni cittadino troverà regolarmente sulla sua scheda. Non sono io deputato a dire chi si può candidare e chi no, chi può usufruire di una piazza e chi no”.
Il sindaco prosegue: “Il Comune di Genova fa rispettare un regolamento datato che prevede che alcune piazze debbano essere messe a disposizione dei partiti: piazza Marsala è una di quelle, piazza Caricamento no. Tutto il resto è bieca strumentalizzazione portata avanti da chi non ha elementi per fare opposizione. Genova non ha bisogno di manifestanti violenti incivili e strumentalizzatori, da qualunque parte politica essi siano”.
Ecco anche il post integrale pubblicato dal sindaco.
Restano aperti alcuni interrogativi, ai quali pensiamo che il primo cittadino potrà rispondere, magari già nelle prossime ore, e non necessariamente agli avversari politici ma anche a tanti genovesi che si sono domandati: “Non si poteva evitare quanto accaduto?”, “Vista la presenza esiziale dei manifestanti di estrema destra non si poteva proporre loro di svolgere l’eventi in un altro spazio, magari privato, anche per non utilizzare uomini e donne delle forze dell’ordine e denaro pubblico per pagare il loro servizio?”, “Il comizio di Casapound si può considerare svolto liberamente visto che per accedervi era necessario identificarsi alla polizia?”.