La denuncia

Porto di Genova, i sindacati: “Con autoproduzione si rischia giungla. Servono regole anche per chi arriva nei nostri porti”

Intanto il 23 maggio 24ore di sciopero nazionale in tutti i porti italiani contro lo stallo nel rinnovo del contratto nazionale

Container navi porto genova

Genova. L’autoproduzione ovvero la gestione rizzaggio (messa in sicurezza) e derizzaggio delle merci da parte degli stessi armatori delle navi con proprio personale rischia di trasformare il porto in una giungla con meno regole e più rischi per i lavoratori stessi. E’ quanto affermano i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti che oggi hanno convocato una conferenza stampa sul tema ricordando anche lo sciopero nazionale dei porti del 23 maggio contro lo stallo nel rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore e non solo.

“Ormai i terminal vengono acquistati dai più importanti gruppi di navigazione che li utilizzano in modo strumentale al loro vero core business che è la navigazione – denuncia Roberto Gulli, segretario generale Uiltrasporti Liguria – questo rischia di comprimere il salario e i diritti dei lavoratori. Ovviamente il sindacato si oppone con tutte le sue forze a quest’operazione che tende ad accorciare la filiera della logistica e a ridurre i diritti”.

Sabato è diventato virale il video dei due marittimi di una nave Cosco, appesi come salami alle gru per un controllo dei container: “In realtà quell’evento non era un’operazione portuale ma un’operazione di bordo – spiega Davide Traverso, segretario regionale Fit Cisl – che ha dell’incredibile perché denota come il lavoro marittimo sia completamente diverso dal lavoro portuale e anche la cultura della sicurezza. Immaginiamo se fanno una cosa del genere attraccati a un terminal portuale cosa può succedere in rada. Quindi quando parliamo di autoproduzione parliamo anche di sicurezza sul lavoro: il rischio è che le regole di bordo che sono poche diventino una norma anche a terra per di più senza nessuno che controlla. Fra l’altro questi lavoratori lavorano fino a 14 ore al giorno per cui immaginiamo anche lo stress fisico a cui sono sottoposti. Ora qualcuno cerca di estrapolare del lavoro portuale e aggiungerlo ai lavoratori marittimi, è inconcepibile”.

“Ricordiamo che un sistema contrattuale forte all’interno di una legge dà le regole – dice Enrico Poggi, segretario Filt Cgil Genova a proposito dello stallo rispetto al ccnl – le regole sono necessarie per avere un sistema portuale sano per questo non possiamo permettere una deregolamentazione, i risultati abbiamo visto ancora ieri quali potrebbero essere. Senza regole rischiamo di avere una giungla che fa male al porto, ai lavoratori e all’economia stessa”. A proposito dei marittimi appesi alle gru: “Abbiamo visto delle scene che nemmeno nell’Ottocento si vedevano, per questo le regole devono essere estese anche a chi arriva nei nostri porti”.

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