15 giorni

Ponte Morandi, le aziende che demoliscono dicono che da adesso si recupererà il ritardo

Non è stato trovato amianto nell'acqua raccolta durante il taglio della pila 5, per questo le prossime saranno rase al suolo con procedure più rapide

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Genova. Sono stati accumulati circa 15 giorni giorni di ritardo nella demolizione di ponte Morandi, secondo la struttura commissariale e l’ati dei demolitori, ma i lavori sono ora destinati a subire un’accelerata notevole poiché, dopo le rassicuranti rilevazioni in materia di amianto sulle demolizioni già effettuati, le modalità di smontaggio saranno più snelle. Lo hanno spiegato durante una commissione consiliare a Tursi Roberto Tedeschi, direttore della struttura commissariale, e Alberto Iacomussi, di Ipe progetti, in rappresentanza dell’ati.

“Non abbiamo più necessità di raccogliere l’acqua che viene utilizzata in quota, sulle pile, per evitare la dispersione delle polveri – dichiara Tedeschi – perché sull’acqua già analizzata le fibre di amianto rilevate sono state pari allo zero assoluto”. Infatti se per la pila 5, la prima del moncone ovest a essere smontata, sono stati necessari 40 giorni, “per la pila 4, che a breve sarà rasa al suolo, sono bastati 15 giorni – prosegue Iacomussi – molti meno rispetto al nostro programma che ne stimava 28 per ogni pila, contiamo quindi di recuperare”. Le spiegazioni sono arrivate come risposte alle domande dei consiglieri comunali e degli auditi, tra cui esponenti dei comitati e consiglieri municipali.

Ad Alessandro Terrile, Pd, che a provato a elencare i ritardi sul fronte della demolizione rispetto al cronoprogramma allegato al contratto unico tra struttura e aziende, Tedeschi ha risposto che al momento non esiste un cronoprogramma aggiornato, ma che restano valide le scadenze generali, ad esempio la consegna del ponte ad aprile 2020.

Ancora non ufficiale la decisione di procedere con l’esplosivo per le pile 10 e 11, quelle strallate, ma si stanno già valutando alcuni passaggi. Durante la commissione di oggi, in particolare, si è chiarito che verranno adottate speciali misure per contenere l’effetto della deflagrazione sulla vicina elicoidale di collegamento al casello autostradale. “L’impalcato tra la pila e la struttura sarà tagliato per evitare la propagazione dell’urto”, ha spiegato il tecnico di Ipe Progetti.

Inoltre è emerso come i nuclei interessati da un’eventuale evacuazione o interdizione dall’area, durante l’operazione di demolizione con dinamite, saranno almeno 954, una cifra che corrisponde a quella degli interferiti dal cantiere, ma il direttore della struttura commissariale ha affermato che il numero potrebbe salire con il piano definitivo.

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