Genova. Non finisce a Genova “la guerra alla guerra” dei portuali della Cgil. Dopo la vittoria dei portuali della Culmv e del Calp che questa mattina con sciopero e presidio hanno impedito che sulla nave saudita venissero caricati due generatori della Teknel Defence, probabilmente ad uso militare, la Filt Cgil Liguria ha deciso di andare avanti nella battaglia.
In una nota i marittimi del sindacato hanno deciso di dichiarare lo “sciopero dei lavoratori addetti a tutti i servizi e alle operazioni portuali, di mare e di terra, che riguardano gli scali liguri dove avvenga l’eventuale attracco della nave Bahri Yanbu, carica di armi destinate al conflitto in Yemen, perché, come già avvenuto nei porti di Le Havre e di Genova, non si proceda con l’imbarco di materiale bellico impiegato in operazioni definite dalle Nazioni Unite “crimini di guerra”.
Per Filt e Cgil Liguria “i porti vanno aperti alle persone, non ai traffici di armi destinate a bombardamenti di civili, già oggetto di risoluzioni del Parlamento Europeo, che esortano gli Stati Membri ad astenersi dal fornire armi e attrezzature militari all’Arabia Saudita, destinate al conflitto in questione”.
Filt e Cgil Liguria auspicano che “anche l’Italia, come gli altri Stati Europei, decida finalmente di dare un segnale forte contro la più grave catastrofe umanitaria del mondo, chiudendo i suoi porti alla Bahri Yanbu”.