Genova. “Un generatore elettrico ad uso militare è un’arma da guerra? Se alimenta un campo da cui partono incursioni o bombardamenti, come lo considera la Capitaneria di porto”. Sono queste le domande, accompagnate dalla documentazione fotografica. che il CALP, il Collettivo autonomo Lavoratori Portuali, fa , dalla propria pagina Facebook alle istituzioni inviata dell’attracco, previsto per lunedì, della nave Bahri Yanbu, che trasporterebbe armi e che a Genova ha previsto uno scalo per imbarcare merce.
Si tratta di materiale che, secondo le rassicurazioni arrivate dalle autorità preposte, Capitaneria di Porto e Prefettura, sarebbe di natura “civile” ma che viene contestato dai portuali del Collettivo. “Questa merce varia è già a ponte Eritrea, Genoa Metal Terminal – scrivono – pronta per essere imbarcata lunedì sul Bahri Yanbu, destinazione Jeddah. La ditta che li produce, Teknel, è convenzionata con la N.A.T.O. e produce servizi logistici militari”.
Il CALP, quindi, conferma il presidio indetto per lunedì mattina al varco Etiopia, in Lungomare Canepa, alle ore 09,00. “Quella nave non deve attraccare a Genova, ne ora ne in futuro – spiegano – invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare ad una battaglia che non può essere solo dei lavoratori ma di chiunque abbia a cuore la vita di altri esseri umani uguali a noi. Di chiunque voglia opporsi alla violenza della guerra in ogni sua forma, a partire da quando è in casa nostra”.
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