Poche preferenze

I “trombati” liguri alle Europee, per loro Bruxelles resta in cartolina

Buon risultato ma niente da fare per Angela Radicchi (Pd). Male l'avvocato di Forza Italia e il giornalista ex M5S Tosa

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Genova. C’è chi ci credeva davvero e chi se l’era solo tentata. Ma tra i liguri candidati alle elezioni Europee, alcuni vedranno Bruxelles, per adesso, al più da turisti. I cosiddetti “trombati” però hanno una prospettiva. Ripartire da un buon bottino di voti in vista del prossimo appuntamento elettorale. Se non dovessero esserci prima le Politiche (e non è escluso), parliamo delle Regionali 2020.

Essere eletti in Europa è difficilissimo per una regione piccola come la Liguria. Non a caso l’unico ad aver centrato un risultato puro in termini di preferenze è anche l’unico già europarlamentare: Brando Benifei – “mister 51 mila preferenze”.

Marco Campomenosi, assistente del gruppo Lega a Bruxelles, torna al parlamento Ue per sedersi al seggio. Ha lottato fino all’ultimo voto superando l’assessora lombarda Castellari. Non ha mai sperato nel risultato l’altra ligure, Cristina Porro, favorita dall’alternanza di genere in scheda ma solo fino a un certo punto.

Nel Pd, il secondo partito, non ce l’ha fatta la giovane genovese Angelica Radicchi. Già presidente dei giovani europeisti, porta a casa comunque un buon risultato con le sue 25 mila preferenze ottenute. Un punto di partenza.

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Nel Movimento 5 Stelle risultati poco entusiasmanti per i due liguri, la ventimigliese Silvia Malivindi ma soprattutto il genovese di 28 anni Marco Mes. Sono temporaneamente finiti i tempi in cui, forti delle percentuali bolsceviche, i pentastellati ottenevano posti anche con poche indicazioni nominali. C’è da dire che Tiziana Beghin e Maria Angela Danzì, elette, hanno un po’ di Genova nel loro dna, o per nascita o per avervi trascorso una buona fetta di vita.

Uno dei risultati peggiori, tra gli sconfitti, è però quello messo a segno da Massimiliano Grimaldi. L’avvocato marittimista genovese, unico candidato ligure per Forza Italia spinto da Sandro Biasotti, oltre a non essersi quasi mai visto in campagna elettorale, si è classificato al penultimo posto con 528 voti. Non ci credeva granché.

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In Fratelli d’Italia Gianni Berrino e Ubaldo Borchi restano a fare il loro mestiere di assessore regionale e coordinatore genovese Fdi. Anche il loro partito non sfonda.

Delusione per Lorenzo Tosa, il giornalista balzato agli onori della cronaca politica per aver lasciato “con rabbia” il ruolo di ufficio stampa del gruppo del Movimento 5 Stelle in regione, nonostante la popolarità sui social non supera le 2136 preferenze. Che, vista la ribalta improvvisa, non sono neppure pochissime. Vedremo se Tosa resterà un paladino radical-liberista con “+Europa” anche alla prossime regionali o se, visto il potenziale, trasmigrerà in altri lidi più fertili (sopra il 4%).

A bocca asciutta anche gli altri partiti e quindi nulla da fare per Silvia Parodi e Maurizio Parodi di Europa Verde, per Rosario Carvelli, il portuale della Culmv candidato con La Sinistra e che però sfiora il migliaio di voti. Tra i partiti di estrema destra risultato esiziale sia per Casapound sia per Forza Nuova, ma con il simbolo della tartaruga Marco Mori recupera 2230 voti.

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