Genova. “Ho già parlato con Osti e con Romei, domani vedrò il presidente”. Il saluto alla gradinata Sud ha il sapore di un addio per Marco Giampaolo. Lui, che dice di non essere un allenatore plateale, di far fatica a lasciarsi andare a certi gesti, ha ritenuto “doveroso ringraziare, indipendentemente da quello che succederà”. Il pubblico, non a caso, ha intonato il coro “Giampaolo uno di noi” e lui non manca di ribadire ancora una volta, l’importanza del sostegno avuto: “Questo è stato il mio umile modo per ringraziarli dell’attaccamento verso la squadra, che esula dalla decisione che comunque dovremo prendere”.
Cosa succederà non è dato saperlo, ma il mister lascia intendere qualcosa: “Devo poter pensare di essere un allenatore nuovo al cospetto del presidente, ascolterò quello che deciderà di fare o potrà fare”. Giampaolo non fa giri di parole: “Se riteniamo che questo ciclo sia concluso, bisogna avere coraggio di dire basta. La Samp è al di sopra dell’interesse di tutti noi, il mio in primis“.
Tempo di bilanci: “Io non lo so se potevamo fare di più, l’asticella l’ho alzata io in un determinato momento del campionato perché se fossimo stati lì fino alla fine avremmo giocato partite migliori, vedi Chievo ed Empoli, perché le motivazioni sono importanti, quest’anno però non sarebbero bastati neanche 62-63 punti. Noi ne abbiamo fatti 53, che non sono nemmeno pochi, per questo ho detto alla squadra che non avevo nulla da rimproverare, ci han provato tutti”.
Altro aspetto sottolineato da Giampaolo è la qualità della rosa: “La Samp ha 22-23 giocatori e sono tutti buoni, non ha fardelli da scaricare. Spesso a fine stagione le squadre hanno 4-5-6 giocatori da rimpiazzare, qui no e per questo ringrazio proprio i calciatori”.
Tra i rimpianti di stagione: i risultati in casa con la Roma e con l’Atalanta “le partite che potevano rappresentare una svolta. Anche la sconfitta con la Lazio è l’ultima di quel trittico”.