Genova. Il Genoa è salvo. Lo 0-0 della sfida al al Franchi e la contemporanea sconfitta dell’Empoli in casa dell’Inter consentono al team rossoblù di rimanere in Serie A. Disputerà nella massima categoria italiana anche la stagione 2019-20, dodicesimo campionato consecutivo senza abbandonare i piani alti del calcio italiano. Quella di Firenze era una sfida salvezza, uno scontro diretto: nei novanta minuti della gara al Franchi si è decisa una stagione intera.
Prandelli manda in campo Radu, Zukanovic, Biraschi, Romero, Bessa, Veloso, Radovanovic, Pereira, Criscito, Pandev, Kouame; la Fiorentina di Montella risponde con Lafont, Milenkovic, Victor Hugo, Pezzella, Biraghi, Gerson, Veretout, Benassi, Fernandes, Muriel, Chiesa.
I primi minuti sono a tinte viola: Muriel spezza subito il ghiaccio con un colpo al volo, poco dopo è pericoloso un cross di Chiesa. In entrambe le occasioni fa buona guardia Radu. In campo, comunque, si respira tensione e un contatto Pezzella Pandev fa discutere già dopo soli dieci minuti.
Si deve però arrivare al 23′ per un’altra fiammata: è Muriel a saltare parte della difesa rossoblù e mettere in mezzo, ma Radanovic arriva in ritardo. Al 34′ Lofont spazza una punizio di Veloso e un minuto dopo Criscito manda alto un bel colpo da fuori area. C’è ancora spazio per Muriel nei minuti finali. A salvare Radu è un tocco di Kouame, che devia in alto il colpo deciso della punta viola.
Cambia poco in apertura di ripresa. Il tono dominante della gara è la tensione, nettamente perpecibile al Franchi. Per entrambe le società un errore potrebbe essere fatale. Soprattutto si guarda con attenzione alle notizie in arrivo da Milano, dove l’Inter sta conquistando la Champions league superando l’Empoli.
Dopo qualche guizzo di Kouame, entrambe le squadre frenano, addormentando il gioco su un risultato che le tiene entrambe a galla. Ma a quindici minuti dalla fine cambia tutto: Traorè pareggia a San Siro e anche al Franchi gli animi si accendono. Il Genoa, a quel punto, sarebbe in Serie B.
Eppure subito dopo a farsi pericolosa è la Viola: Muriel serve Chiesa dopo una lunga azione e l’esterno, obiettivo Juventus, calcia di prima, impegnando Radu in una parata che può valere una stagione.
Prandelli manda dentro Sanabria per Pereira, provando a sbloccare il non-gioco dei suoi. Cartellini per Radanovic e Bessa, con la gara che in incattivisce. A sei minuti dal termine fuori Pandev, dentro Gunter: contemporaneamente arriva la notizia da Milano del 2-1 per l’Inter, che ribalta di nuovo l’esito della classifica. Per Prandelli un po’ di sollievo, ma gli ultimi minuti sono di vera passione.
Il finale è nervoso e surreale: le squadre quasi rinunciano a giocare, in attesa del fischio finale, quello del Franchi, ma soprattutto quello di San Siro. Il Genoa, di fatto, consegna le sue sorti in mano all’Inter. A far capire del match poco gradito sono i fischi del pubblico all’uscita dal campo: vero, entrambe le squadre sono salve, ma né i tifosi di casa, né gli oltre duemila supporter rossoblù hanno gradito il non-spettacolo. Troppo attendismo, troppo San Siro.
La stagione rossoblù non è stata delle migliori: a una buona prima parte, soprattutto grazie ai gol di Piatek, ha fatto da contraltare un girone di ritorno zoppicante e una chiusura di stagione quasi da dimenticare. Non è mancato solo il polacco, ma un disegno di gioco più strutturato che potesse aprire a nuove prospettive. La sfida per il prossimo anno sarà soprattutto una ricostruzione.